giovedì 29 maggio 2025

SOCRATE Mario (1920 - 2012)

 

Mario Socrate (Roma, 1920 – Roma, 27 marzo 2012) è stato un ispanista, poeta e romanziere italiano. Figlio del noto pittore Carlo, è stato professore emerito alla Terza Università di Roma e tra i fondatori della rivista Città aperta.
Oltre a una notevole produzione come ispanista (Il linguaggio filosofico della poesia di Antonio Machado, presentazione di Cesare Segre, Padova, Marsilio, 1972; Il Riso Maggiore di Miguel de Cervantes, La Nuova Italia, 1997) e traduttore (Luis de Góngora, Poesie, Modena, Guanda, 1942; Federico García Lorca, Sonetti dell'amore oscuro: e altre poesie inedite, Milano, Garzanti, 1985) vanta un'intensa attività come poeta e romanziere.
Con la raccolta Punto di Vista (Milano, Garzanti, 1985) ha vinto il Premio Viareggio per la poesia.
È stato anche autore di testi per canzoni (Ballo tondo del Vietnam; Noi lo chiamiamo Vietnam, musica di Fiorenzo Carpi) e attore in Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini.
È scomparso nel 2012 all'età di 92 anni.
La figlia Francesca è docente universitaria e scrittrice.

Opere
Poesie illustrate, Roma, Vettorini, 1950.
Roma e i nostri anni, Milano, Feltrinelli, 1957.
Favole paraboliche, Milano, Feltrinelli, 1961.
Il mondo è alle porte, Milano, Feltrinelli, 1964.
Tutto il tempo che occorre, Milano, Mondadori, 1964.
Il linguaggio filosofico della poesia di Antonio Machado, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1970; Padova, Marsilio, 1972.
Manuale di retorica in ultimi esempi. Poesie, Padova, Marsilio, 1973.
Prologhi al Don Chisciotte, Venezia-Padova, Marsilio, 1974.
Il punto di vista, Milano, Garzanti, 1985.
Allegorie quotidiane, Milano, Garzanti, 1991
Il riso maggiore di Cervantes. Le opere e i tempi, Scandicci, La nuova Italia, 1998
Rotulus pugillaris, e altre poesie, San Cesario di Lecce, Manni, 2004


La Pagina

Bella è la pagina bianca
così inattingibile e nuda,
pure qualcosa le manca
perché non resti muta.
E basterebbe una parola,
anche una, una sola,
ma distintiva, tale
da poterla chiamare come,
appunto, un nome
lanciato lì a sonda
in attesa pungente
che risponda.

da Rotulus pugillaris, e altre poesie, Manni, 2004


D’inverno

La fronte fredda sul vetro
guarda tra bianchi e neri,
domani rimossi dai ieri,
pagine abrase dal retro.
Non va né avanti né indietro
persa tra gli uni e gli zeri,
i falsi son così veri
che un metro è misura d’un metro.
Un tempo il tempo era in corsa
in una rosa d’eventi,
ora in preda a un grigio furore
lo guarda nella gran morsa
sfiatare i suoi gridi spenti
la fronte a un opaco tepore.

da Il punto di vista, Garzanti, 1985



Favola ottimista

Una summa presumi.
Quare?
Qui siamo sempre ai frammenti.
Ma i frammenti non sono frantumi.
Esemplare,
come in una favola
di Fedro o Esopo
e con l’evidenza della rima:
i frantumi è dopo,
i frammenti è prima.

da Allegorie quotidiane, Garzanti, 1991



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