Figlio dell'organizzatore teatrale e scrittore Fulvio Fo – fratello di Dario Fo – e di Clara Nobile, Alessandro Fo, nato a Legnano l'8 febbraio 1955, laureato alla Sapienza di Roma (relatore Bruno Luiselli), è studioso di letteratura latina, disciplina di cui è attualmente titolare di cattedra all'Università degli Studi di Siena. Oltre a essersi occupato di poeti latini, ha condotto studi di letteratura italiana contemporanea, dedicandosi a Vittorio Sereni, Dino Campana, Antonio Pizzuto, e curando in particolare la riproposizione di varie opere poetiche e saggistiche di Angelo Maria Ripellino. È anche poeta, autore teatrale e saggista. Nel 1995 ha vinto il Premio Dessì e il Premio Nazionale Letterario Pisa, nel 2004 il Premio Achille Marazza. Nel maggio 2013 la giuria del Premio Gregor von Rezzori per la miglior traduzione in italiano di un'opera di narrativa straniera ha proclamato vincitore Alessandro Fo per la sua versione dell'Eneide di Publio Virgilio Marone. Nel 2014 Fo ha vinto il Premio Viareggio per la poesia. Ha inoltre ottenuto per l'anno 2021 il Praemium Classicum Clavarense.
È autore di antologie per le scuole secondarie di secondo grado.
Le cose parlano, in Sette poeti del Premio Montale, Roma 1988, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro di Vanni Scheiwiller, 1989, pp. 29–54.
A ricordo del Grande Bologna, in Poesia contemporanea, Secondo quaderno italiano a cura di Franco Buffoni, Milano, Guerini e Associati, 1992, pp. 111–40 (introduzione di Franco Buffoni).
Otto febbraio, prefazione di Fabio Troncarelli, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro di Vanni Scheiwiller, 1995.
Giorni di scuola, Città di Castello, Edimond, 2000.
Piccole poesie per banconote, Firenze, Pagliai Polistampa, 2002.
Corpuscolo, presentazione di Maurizio Bettini, Collezione di poesia, Torino, Einaudi, 2004
Vecchi filmati, prefazione di Romano Luperini, Lecce, Manni, 2006.
I poeti di ‘Vico Acitillo': Alessandro Fo, libro elettronico, all'indirizzo http://www.vicoacitillo.it/poetivc/fo.pdf, Napoli 2009.
Mancanze, Collezione di poesia, Torino, Einaudi, 2014
Filo spinato, Collezione di poesia, Torino, Einaudi, 2021
Palustre
Lungo una via di nome Pantaneto
presa per sbaglio, involontario clinamen,
cadde a caso l’incontro,
da tempo ormai sfumato.
Come sei bella,
No, tu lo sei piuttosto.
Ed un breve dialogo sull’orlo
di una nuova incolmabile distanza.
Fisica di particelle
strette da un’attrazione,
ma accelerate via (diverse età,
differente nazione
e nessun posto
dove pensare in comune una vita).
Sto sfiorendo… Adesso sono tinta,
ma i capelli sotto sono bianchi.
Cosa dici… Sei sempre un incanto,
No, tu piuttosto.
un giorno o l’altro ci dovrò pensare.
E anche giacche, cravatte, biancheria,
la vita dei bicchieri e delle pentole…
mentre sul cielo semigrigio e lucente
scorre a zigzag la fuga di spioventi.
una ragazza.
Ha la coda,
le sobbalzano
nel passo svelto e elastico i capelli.
è come, anche all’impatto delle suole,
sia già lontana, senza alcun rumore.
(da Vecchi filmati)
Esseri umani
Voi, che in alto mare o a cento metri da riva
gettate in acqua i profughi a affogare,
voi che li rapinate del poco rimasto,
lì, ancora a bordo, o con decreto di Stato
(perché rimborsino così l’assistenza),
voi che li chiudete sui treni, che al confine
li bloccate per mesi, che innalzate muri
e reticolati, e voi che ne acciuffate centomila,
giunti – fra guerre, viaggi, fame e centomila
pericoli – e li rimpatriate sui charter,
voi, che vi fate esplodere nei mercati,
o preferite invece imbottire di tritolo
ragazzini innocenti,
voi che bombardate a tappeto,
(e qualche volta – ma chiediamo scusa –
perfino, per errore, gli ospedali)
voi che demolite le case dei vostri oppositori,
voi che radete al suolo città vive
e città monumento (impiccandone i custodi),
o, perché no, la foresta amazzonica,
voi che sparate nei locali sugli inermi,
e voi inventori dei desaparecidos,
dei voli della morte,
voi che rapite, odiate, mozzate
mani, piedi, nasi, orecchie, sessi,
strappate occhi, unghie, lingue e denti,
tagliate teste, filmate, proclamate,
– meglio in nome di Dio, per dare un senso –,
voi che, in nome della giustizia
eseguite condanne a morte,
che trucidate suore e missionari,
cooperanti e volontari,
voi che incendiate prigionieri in gabbia,
che vi schiantate con gli aerei sul palazzi,
che riducete in schiavitù i bambini,
che ne abusate o ne vendete il corpo,
o li gettate dall’ultimo piano,
voi che sparate all’impazzata
in una scuola o in un campus,
che seppellite vivi, che profanate tombe,
voi che create campi segreti
di lavoro e sterminio,
e date corso a aborti programmati,
voi trafficanti di droga, di armi, di organi,
di rifiuti tossici, di cibi avariati,
voi che operate la tratta delle donne,
voi che sfruttate, estorcete, raggirate,
voi bulli, voi ricattatori,
voi che strozzate popoli e nazioni
col debito, voi
che conculcate libertà e istruzione,
e voi che sopra sfoggiate parate,
e sottoterra testate l’atomica,
vivisettori, e voi che costringete
gli orsi sdraiati in gabbie su misura
o che inchiodate i piedi delle oche
per lucrarne fegati più grassi,
che sterminate foche, balene, visoni,
voi che inquinate,
che date fuoco ai gatti, perché correndo impazziti
appicchino ai boschi gli incendi dolosi,
voi che date fuoco ai barboni,
voi stalkers, baby-gangs, ultràs, e hooligans
che circondate una mendicante a terra e le orinate addosso,
voi satanisti, voi squadristi e neonazisti,
voi revisionisti e negazionisti,
voi che perseguitate razze e orientamenti
diversi di pensiero o di sesso,
voi che picchiate la moglie e i figli,
che trucidate madre, padre, moglie, figli,
chiunque, per gelosia, un insulto, quattro soldi,
un sorpasso, un posteggio, una squadra di calcio,
che maltrattate gli anziani e i disabili,
percuotete i dementi, trascurate i malati,
li sopprimete a tradimento in ospedale,
o vi fate, a scherno, un selfie col cadavere.
voi che per denaro operate chi è sano,
voi che abbandonate bambini e animali,
voi che torturate gli inermi,
che rinchiudete nel buco di una cella
ingiustamente (o giustamente, con giustizia
dai modi ingiusti), voi ‘giusti’
che impunemente picchiate i prigionieri,
che con viltà infierite su chi è debole
o privo di risorse, e che ridete
sulla sventura altrui e sul dolore,
considerate la vostra semenza,
considerate se questo è un uomo.
(da Esseri umani)
Nessun commento:
Posta un commento