Tomaso Kemeny, nato a Budapest nel 1938, all'età di dieci anni si trasferisce a Milano, dove si è laureato in Lingue e Letterature straniere all'Università commerciale Luigi Bocconi, e dove vive tuttora. È una delle voci più originali della poesia italiana contemporanea; ha pubblicato Il guanto del sicario (New York, 1976), Qualità di tempo (Milano, 1981), Recitativi in rosso porpora (Udine, 1989), Il libro dell'angelo (Milano, 1991), Melody (Milano, 1997), Desirèe (Milano, 2002), Se il mondo non finisce (Faenza, 2004). Per il teatro ha scritto il testo drammatico La conquista della scena e del mondo, rappresentato per la prima volta nel 1996. In ambito narrativo Kemeny ha pubblicato il romanzo Don Giovanni innamorato (Milano, 2002). Con il filosofo Fulvio Papi ha scritto Dialogo sulla poesia (Pavia, 1997) e ha pubblicato il libro di poetica L'arte di non morire (Udine, 2002). Con Giuseppe Conte e Stefano Zecchi ha curato l’Almanacco del Mitomodernismo 2000 (Alassio, 2000).
La poesia
Nella poesia
iniziano
vite
imperiture
di paesaggi
ove
sogno e realtà si fondono.
A
folate di versi
s’impara a non morire.
Dove gli
sciacalli
Dove gli sciacalli fanno le fusa
e
dove le aquile adombrano ogni sogno
vado in cerca della voce
adeguata
per grandi cose,
per i demoni immondi
e gli angeli
caduti
dell’inconscio
gli unici in grado
di svegliare il
mondo
nel momento propizio,
anche quando i giorni cadono
senza
memoria, pietre
presaghe della morte dell’anima
e del
corpo.
Incontro con Dio
Prima del tramonto affogo nel
tempo
aperto a scandalose
introspezioni: mi sento
Principe
dell’Ignoto, artificiere vano,
commediante
ipnotizzato
dalle viscide vipere
annidate nelle profondità
per
spuntare all’improvviso
in forma di parole
a dire che le cose
non possono restare
così, con le porte chiuse per me
dal
lieben Gott:
né mi sento destinato
alla deportazione
nel
campo dei defunti
in attesa del giudizio.
Nulla di più molesto
e irritante
per me dell’Angelo Inquisitore che mi
interroga
sul mio pormi
in testa ai condottieri
del piacere. La verità
è
che ogni sorriso dell’Amata
m’inonda dello sfolgorio
di
un Dio procreatore eterno
della bellezza certa in cielo e in
terra.
Amen.
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