giovedì 29 maggio 2025

KEMENY Tomaso (1938 - viv.)

 

Tomaso Kemeny, nato a Budapest nel 1938, all'età di dieci anni si trasferisce a Milano, dove si è laureato in Lingue e Letterature straniere all'Università commerciale Luigi Bocconi, e dove vive tuttora. È una delle voci più originali della poesia italiana contemporanea; ha pubblicato Il guanto del sicario (New York, 1976), Qualità di tempo (Milano, 1981), Recitativi in rosso porpora (Udine, 1989), Il libro dell'angelo (Milano, 1991), Melody (Milano, 1997), Desirèe (Milano, 2002), Se il mondo non finisce (Faenza, 2004). Per il teatro ha scritto il testo drammatico La conquista della scena e del mondo, rappresentato per la prima volta nel 1996. In ambito narrativo Kemeny ha pubblicato il romanzo Don Giovanni innamorato (Milano, 2002). Con il filosofo Fulvio Papi ha scritto Dialogo sulla poesia (Pavia, 1997) e ha pubblicato il libro di poetica L'arte di non morire (Udine, 2002). Con Giuseppe Conte e Stefano Zecchi ha curato l’Almanacco del Mitomodernismo 2000 (Alassio, 2000).



La poesia


Nella poesia
iniziano
vite imperiture
di paesaggi
ove
sogno e realtà si fondono.
A folate di versi
s’impara a non morire.



Dove gli sciacalli


Dove gli sciacalli fanno le fusa
e dove le aquile adombrano ogni sogno
vado in cerca della voce adeguata
per grandi cose,
per i demoni immondi
e gli angeli caduti
dell’inconscio
gli unici in grado
di svegliare il mondo
nel momento propizio,
anche quando i giorni cadono
senza memoria, pietre
presaghe della morte dell’anima
e del corpo.



Incontro con Dio


Prima del tramonto affogo nel tempo
aperto a scandalose
introspezioni: mi sento Principe
dell’Ignoto, artificiere vano,
commediante ipnotizzato
dalle viscide vipere
annidate nelle profondità
per spuntare all’improvviso
in forma di parole
a dire che le cose non possono restare
così, con le porte chiuse per me
dal lieben Gott:
né mi sento destinato
alla deportazione
nel campo dei defunti
in attesa del giudizio.
Nulla di più molesto e irritante
per me dell’Angelo Inquisitore che mi
interroga sul mio pormi
in testa ai condottieri
del piacere. La verità è
che ogni sorriso dell’Amata
m’inonda dello sfolgorio
di un Dio procreatore eterno
della bellezza certa in cielo e in terra.
Amen.


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