giovedì 29 maggio 2025

DI PALMO Pasquale (1958 - viv.)

 


Pasquale Di Palmo (Lido di Venezia, 1958) ha pubblicato le raccolte poetiche Quaderno del vento, Stamperia dell’Arancio, 1996, Horror Lucis, Edizioni dell’Erba, 1997, Ritorno a Sovana, Edizioni L’Obliquo, 2003, Marine e altri sortilegi, Il Ponte del Sale, 2006, Trittico del distacco, Passigli, 2015 (Premio Alda Merini, Premio Lago Gerundo) e varie plaquettes, tra cui Addio a Mirco, con illustrazioni di Pablo Echaurren, Il Ponte del Sale, 2013. Sue poesie sono apparse in numerose antologie e riviste, tra cui «Nuovi Argomenti», «Poesia» e «Paragone» e sono state tradotte in diverse lingue.  Ha stampato i saggi I libri e le furie, Joker, 2007 e Lei delira, signor Artaud. Un sillabario della crudeltà, Stampa Alternativa, 2011. Ha curato e tradotto diversi volumi, tra cui opere di Artaud, Corbière, Daumal, d’Houville, Gilbert-Lecomte, Huysmans, Metz, Michaux e Radiguet. Ha inoltre curato I surrealisti francesi. Poesia e delirio, Stampa Alternativa, 2004, I begli occhi del ladro di Beppe Salvia, Il Ponte del Sale, 2004, Neri Pozza. La vita, le immagini, Neri Pozza, 2005, Saranno idee d’arte e di poesia. Carteggi con Buzzati, Gadda, Montale e Parise di Neri Pozza, Neri Pozza, 2006, Album Antonin Artaud, Il Ponte del Sale, 2010.


(senza titolo)

Guidare lentamente lungo il dedalo
di strade che si affacciano sul mare
scontroso di questi mattini invernali
senza sapere perché, dove andare.
Ma basta sentirlo
tra le costole, sul palmo
delle mani come stimmate,
sul volto come l’erba
brucata dalle capre,
questo sole lunatico
che aggira pigramente il versante
azzurrino del litorale
per nascondersi tra i rami
folgorati di quel mandorlo
a cui pende, mano
mozzata, il tenero presagio delle gemme.
Poi piomba sul viso, acceca,
portando con sé il pallore
irriducibile di chi non ha pudore.

                                        Da Marine e altri sortilegi (2006)



Addio a Mirco

Eccolo mio cugino
che mi cammina a fianco
nella luce ubriaca del primo pomeriggio
e, chissà perché, mi dice: «Lo sai
che quand’eri più giovane
assomigliavi a Pirlo?»

Ecco, l’avevo rimosso
questo particolare,
adesso che non posso
più incontrarti lungo il traffico
patibolare di via Colombo
e accompagnarti in macchina
fino alla stazione
perché, a quasi quarant’anni, non hai la patente
e non sai guidare.

Ma chi sa guidare
la vita che pregiudica la vita,
se perfino la tua compagna
ti punta alla gola, nel sonno,
il coltello più affilato?

Ora che non ti posso
più incontrare vorrei dirti
che non mi eri cugino
che non mi eri fratello.
Assumi, come Pirlo,
le mie sembianze di un tempo.
Rincorriamo nel vento,
felici della nostra infelicità,
la palla immaginaria
che non hai voluto, saputo stoppare.

                                                   Da Trittico del distacco (2015)



Centro Alzheimer

X

Io, diventato padre di mio padre.
Tu, diventato figlio di tuo figlio.
Ti lavo ti sfamo
ti accudisco.
Mangi, come un cane,
dalla mia mano.
Non articoli che poche
parole intelligibili
scandite in corone
di frasi senza senso.
Parole che somigliano al silenzio.
Mi guardi e ti guardi.
Con quegli occhi
sempre più piccoli e smarriti
mentre la tua voce di nebbia
mi esorta febbricitante a portarti
– «andemo dài andemo» –
laddove non esistono che nuvole
ignare di ogni nostra parentela.
 
                                                  Da Trittico del distacco (2015)

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