giovedì 29 maggio 2025

ORTESTA Cosimo (1939 - 2019)

 


Cosimo Ortesta (Taranto, 13 novembre 1939 – Roma, 2 settembre 2019) è stato un poeta dalle rade e meditate pubblicazioni, cui ha alternato memorabili traduzioni dal francese, in particolare da Mallarmé, Rimbaud e Baudelaire. Dopo la laurea in lettere, ha lavorato come insegnante tra Roma e Milano. Da poeta, ha esordito nel 1975 pubblicando su «Carte segrete» La passione della biografia. Dopo una plaquette inclusa nel primo dei quaderni collettivi della «Fenice» di Guanda (1977), ha pubblicato sei raccolte: Il bagno degli occhi (1980, Premio Viareggio “Opera prima”), La nera costanza (1985, Premio Pozzale Luigi Russo), Nel progetto di un freddo perenne (1989), Serraglio primaverile (1999), l’autoantologia Una piega meraviglia (1999, Premio Lorenzo Montano “Opere scelte”), e La passione della biografia (2006), che intreccia l’opera d’esordio con altre poesie edite e inedite. Con la traduzione di Per una tomba di Anatole di Mallarmé ha vinto il prestigioso Premio Mondello nel 1993. Da critico si è occupato in particolare di Lubrano, Campana e Luzi, e le sue numerose recensioni, specialmente su «L’Unità», ne fanno un fine interprete della letteratura contemporanea.



L’ombra di un mondo esterno si avvicina
radice che dal ventre e dalla mente cresce
nuda fraterna lingua
contro l’esperienza del giorno.
Le sue costellazioni luminose e fredde
sono presagio di amori incerti
di fiocchi di neve, bufere incandescenti,
e al centro del campo azzurro la pioggia roteando
fa notte estiva, quiete e calma,
in cui si chiude assonnata e ferita
un’altra perfezione.

 

*

Tremo fino al sonno
quando la calma di un molteplice sfacelo
si dilata e su questo interno plana
dove di amore né d’alcun timore
bisogna parlare
adesso che niente c’è da dire
adesso che il chiarore è una pace
così lenta in disfarsi
così viva bellezza in darci aiuto
per nessuna pace.

*


Ma se lei perdesse la testa e scoppiando
in un oceano di piume a due a due
un altro io un altro tu a dirsi addio
ancora forti ma sempre più inesperti
ritornando all’addio ci sarebbe la voce
nel centro della paura

*


Testimone di questo incerto rito
è la mano che scrive esatte menzogne
della lingua omicida

*

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