giovedì 29 maggio 2025

TESTA Enrico (1956 - viv.)


Enrico Testa (Genova, 1956) è un saggista, poeta e docente italiano. È professore ordinario di Storia della lingua italiana. Dopo il dottorato all'Università di Pavia, è stato ricercatore presso l'Università per Stranieri di Siena dal 1991 al 1998, per poi diventare nel 2000 professore associato e dal 2005 professore ordinario presso l'Università di Genova.
Ha scritto sulla novella del XV e del XVI secolo, sul romanzo Otto-Novecentesco e sulla poesia del '900, in particolare su Eugenio Montale, Giorgio Caproni (di cui ha curato il Quaderno di traduzioni), Alberto Vigevani (di cui ha curato L'esistenza. Tutte le poesie 1980-92) e Edoardo Sanguineti. Ha anche curato un'antologia della poesia italiana del secondo Novecento (Dopo la lirica. Poeti italiani 1960-2000, 2005) e presentato raccolte di Cesare Ruffato e Cesare Viviani.
Ha tradotto dall'inglese High Windows di Philip Larkin. È stato visiting professor all'Università di Aarhus in Danimarca e membro della commissione dei dottorati di ricerca presso l'Università Sorbonne Nouvelle di Parigi.
I suoi campi di ricerca sono legati allo studio del parlato in evoluzione storica, ai rifacimenti letterari a partire dalla lingua comune, all'analisi della lingua poetica e della narrativa del Novecento italiano, soprattutto su questioni di stile e in studi sul personaggio.
È un tifoso della Sampdoria, a cui ha dedicato alcune delle sue poesie.

Opere di Poesia
Le faticose attese, Genova: San Marco dei Giustiniani, 1988
In controtempo, Torino: Einaudi, 1994
La sostituzione, Torino: Einaudi, 2001
Pasqua di neve, Torino: Einaudi, 2008
Ablativo, Torino: Einaudi, 2013
Cairn, Torino: Einaudi, 2018



*
 
«Arcadia» diceva il cartello stradale.
Ma nessun pastore nei pressi.
Pecore sì, brade
e in divagante marcia
su verdi-brune colline levigate
dal rullante tornio dei secoli.
Miracoli in vista, zero. Per fortuna.
Già alta la luna nel cielo
– il cielo che la parola invoca
e che subito lascia
sola e vuota nell’indaco
 
da La sostituzione (Einaudi, 2001)

*
 
parlare qui non è vedere
o alle nere figure annuire
che sciamano nella notte
sulla passeggiata lungo il porto,
ma scambiarci quanto in noi
c’è di più mortale
in attesa d’andare,
avanti giorno,
per legna sulla spiaggia
dopo la mareggiata
 
da In controtempo ( Einaudi 1994)

*

il vento di ponente sui tufi del Caos
sbatte le persiane contro i muri.
Le lettere sotto vetro
restano però immobili
nella loro polvere
illuminate dai riflessi
di questo mare africano.
Ricordati che ti amo
sta inciso su una spada d’agave.
Senza allontanarsi dalla casa
il custode porta a passeggio tra gli ulivi
– l’uno all’ombra dell’altra –
la povera figlia.
Cartagine è a poche miglia.

da Ablativo (Einaudi, 2013)


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