Fabrizio Bajec (Tunisi, 28 aprile 1975) è un poeta, drammaturgo e traduttore francese e italiano. Da bambino vive al Cairo fino all'età di 5 anni, poi si trasferisce a Roma con la famiglia. La seconda parte della sua infanzia e adolescenza si svolge in un piccolo paese di campagna, in provincia di Viterbo, città dove poi prosegue gli studi presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere.
Si laurea con una tesi sul poeta belga William Cliff e prosegue con un dottorato sulla revisione del genere autobiografico in Francia nel XX secolo. Per alcuni anni scrive recensioni e saggi sulle pagine di una rivista letteraria annuale, “l'Annuario di poesia contemporanea”, diretta dal poeta Giorgio Manacorda.
Ha pubblicato le sue poesie in diverse riviste e antologie. Nel 2004 esce la sua prima silloge nell'Ottavo quaderno di Poesia Italiana (edizioni Marcos y Marcos, prefazione di Antonella Anedda), a cura di Franco Buffoni.
Ha vissuto e lavorato a Roma tra il 2006 e il 2007, dove ha scritto una sceneggiatura per un film e ha iniziato a interessarsi al teatro e a veder rappresentate alcune sue opere teatrali per la regia di Luciano Melchionna: Aiuto (2005), Ouverture (2006), Rosario (2007), Elettra (2007). Ha lasciato l'Italia nel giugno 2008 e si è stabilito a Parigi dove ha scritto le sue prime raccolte di poesia in francese. Segue uno spettacolo teatrale, Rage (2017), messo in scena da David Strosberg al Teatro Nazionale di Bruxelles nel 2009, il cui testo è pubblicato nel 2017. Un anno dopo esce la terza raccolta in francese, La collaboration (2018), poi tradotta in italiano. È anche autore di un romanzo, Transizione (2020), scritto direttamente in italiano.
Come traduttore, si forma sui testi di drammaturghi di lingua francese (Christophe Pellet, Jean-Marie Piemme) e di lingua inglese (Adam Rapp), riceve una borsa di studio dalla comunità francese del Belgio per una residenza alla Chartreuse de Villeneuve lez Avignons (2008). Realizza tre antologie della poesia del belga William Cliff, con la terza delle quali ha ottenuto il premio “Città di Trento Oltre le mura” (2017).
Ha condensato le sue riflessioni sulla pratica dell'auto-traduzione come processo generativo in un saggio in lingua italiana per la rivista accademica “Transalpina” (Università di Caen).
Le sue poesie sono tradotte in spagnolo, portoghese e svedese.
Poesia
Corpo nemico, in Ottavo quaderno di poesia italiana, Marcos y Marcos, 2004
Gli ultimi, Transeuropa, 2009
Entrare nel vuoto, Con-fine, 2011
(FR) Entrer dans le vide, Éditions du Fram, Liège, 2012
(FR) Loin de Dieu, près de toi, Éditions de l'Áge d'homme, Losanna, 2013
La cura, Fermenti, Roma, 2015
(FR) La collaboration, Éditions tituli, Parigi, 2018
La collaborazione, Marcos y Marcos, 2018
Sogni e risvegli, Amos, collana A 27, 2021
Tanka per le quattro stagioni (e altre poesie brevi), Vydia edizioni d'arte, 2025
1.
le nubi hanno cicatrici
che l’aquila non potrebbe mai conoscere
e il francese è pronto a morire
per mano dei resistenti dai grandi cappelli
il sangue produce curve e volute
tipiche del corpo di una montagna
sulla quale hanno piantato tre croci
una per l’imperatore e due per l’esempio
Dio non salverà il Messico da alcuna oppressione
2.
vestita sei un campo di mais
una distesa di miglio verde e fiero
di nutrire il suo paese
ma nuda sei una spiaggia di notte
un mare nero in movimento
con la sua spuma cinerea
carne da plasmare ventre vergine
anche dopo tanti figli scuri
gigante piegato sul suo utero
vulcano di passioni trattenute
e rilasciate con l’aiuto di un nettare d’agave
da Sogni e risvegli (Amos, collana A27, 2021)
***
Non compro questo prodotto giudaico
per sostenere lo Stato d’Israele
Lo compro perché è ricco e infinitamente
buono – essendo i miei attuali principii
il piacere e il dispiacere –
Così ingurgito la carne
se la mia amante non succhia
e a volte faccio friggere le sue regole
con le mie al modesto prezzo
di un mcbacon prima di una seduta
in cui il corpo si allungherà
e le parole voleranno libere
in forma di conflitto
sempre la stessa donna
lo stesso statuto nessuna causa
solo vacanze da difendere
***
a Philippe
Oggi un cinghiale si è gettato nel canale
correva così elegantemente nelle viuzze del centro
lo hanno seguito in canotto un fucile puntato sul muso
poi è partito un colpo senza farlo soffrire troppo hanno
detto la bestia non sapendo dov’era si è ritrovata
in mezzo ai negozi e uffici per la convalida delle
competenze sul lavoro la gente fuggiva in piena crisi
d’identità salariale e di coppia le donne urlavano
come vacche inseguite dai Nazisti gli uomini eccitati
come porci gridavano anche loro : qualcuno faccia
………………………………………………………………………..qualcosa !
È il sangue della bestia che vedremo confondersi
alle acque del fiume in un film d’autore che narra
della gelosia e di altre passioni comprensibili
da La collaborazione, Marcos y Marcos, 2018
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