Mary Oliver (Maple Heights, 10 settembre 1935 – Hobe Sound, 17 gennaio 2019) è stata una poetessa statunitense. Ha vinto il National Book Award e il Premio Pulitzer. Il New York Times l'ha descritta come "di gran lunga, la poetessa di questo paese che ha venduto di più".
Da ragazza visse per un breve periodo nella casa della deceduta Edna St. Vincente Millay, dove aiutò la sorella di costei, Norma, nel riordino e nella conservazione delle carte di famiglia. Negli anni cinquanta ha frequentato sia l'Ohio State University che il Vassar College, ma senza conseguirvi diplomi. Ha abitato a Provincetown, Massachusetts, per più di quarant'anni. La sua partner, Molly Malone Cook, le ha fatto da agente letterario per tutta la vita.
Intensa e gioiosa osservatrice del mondo naturale, Mary Oliver viene spesso paragonata a Walt Whitman e Henry David Thoreau. Le sue poesie sono ricche di immagini quotidiane provenienti dalle paludi vicino a casa sua a Provincetown: pivieri, serpenti d'acqua, le fasi della luna e le megattere, sono gli elementi maggiormente rappresentati. Maxine Kumin chiama la Oliver "una pattugliatrice delle paludi" allo stesso modo in cui Thoreau era un esploratore delle "bufere di neve" e "una infaticabile guida al mondo naturale". La sua opera, infatti, rappresenta uno dei punti più elevati della poesia consacrata alla natura. Coi suoi lavori ha aperto molte strade per la presa di coscienza della crisi ambientale. Oliver usa uno stile linguistico semplice e chiaro per far condividere ai lettori il suo amore per gli altri esseri viventi. La sua casa è la "Grande Madre" terra che onora nelle sue poesie.
Oliver ha ricevuto numerosi premi per la sua opera tra i quali il Lannan Literary Award per la poesia nel 1998, il National Book Award for Poetry nel 1992 per la sua raccolta New and Selected Poems, il Premio Pulitzer per la poesia nel 1984 per la raccolta American Primitive, il Guggenheim Foundation Fellowship nel 1980, e il Shelley Memorial Award nel 1969-70) della "Poetry Society of America".
Opere
No Voyage, and Other Poems (1963, prima edizione; 1965, (edizione ampliata)
The River Styx, Ohio, and Other Poems (1972)
The Night Traveler (1978)
Twelve Moons (1978)
Sleeping in the Forest (1979)
American Primitive (1983)
Dream Work (1986)
Provincetown (1987, edizione limitata con incisioni in legno di Barnard Taylor)
House of Light (1990)
New and Selected Poems (1992)
A Poetry Handbook (1994)
White Pine: Poems and Prose Poems (1994)
Blue Pastures (1995)
West Wind: Poems and Prose Poems (1997)
Rules for the Dance: A Handbook for Writing and Reading Metrical Verse (1998)
Winter Hours: Prose, Prose Poems, and Poems (1999)
The Leaf and the Cloud (2000, poema in prosa)
What Do We Know (2002)
Owls and Other Fantasies: poems and essays (2003)
Why I Wake Early: New Poems (2004)
Blue Iris: Poems and Essays (2004)
Long Life: Essays and Other Writings (2004)
New and Selected Poems, volume two (2005)
At Blackwater Pond: Mary Oliver Reads Mary Oliver (2006, audio cd)
Thirst: Poems (2006)
Our World (2007) con fotografie realizzate da Molly Malone Cook
Le oche selvatiche
Non devi essere buono.
Non devi
camminare sulle ginocchia
Per centinaia di miglia nel deserto,
pentendoti.
Devi solo lasciare che il delicato animale del tuo
corpo
ami ciò che ama.
Parlami della disperazione, la tua, e
io di parlerò della mia.
Intanto il mondo va avanti.
Intanto
il sole e i luminosi sassolini della pioggia
Si stanno spostando
attraverso il paesaggio,
sopra le praterie e gli alberi
profondi,
le montagne e i fiumi.
Intanto le oche selvatiche,
alte nella pulita aria blu,
si stanno ancora dirigendo verso casa
.
Chiunque tu sia, non importa quanto tu sia solo,
il mondo si
offre alla tua immaginazione,
ti chiama come le oche selvatiche,
dure ed eccitanti
annunciando ripetutamente il tuo posto
nella
famiglia delle cose.
Chi ha fatto il mondo?
Chi ha fatto il cigno e l’orso bruno?
Chi ha fatto la cavalletta?
Questa cavalletta, intendo, quella che è saltata fuori dall’erba,
che sta mangiandomi lo zucchero in mano,
che muove le mandibole avanti e indietro invece che in su e in giù
e si guarda attorno con i suoi occhi enormi e complicati.
Ora solleva le zampine chiare e si pulisce il muso, con cura.
Ora apre le ali di scatto e vola via.
Non so esattamente che cosa sia una preghiera;
so prestare attenzione, so cadere nell’erba,
inginocchiarmi nell’erba,
so starmene beatamente in ozio, so andare a zonzo nei prati,
è quel che oggi ho fatto tutto il giorno.
Dimmi, che altro avrei dovuto fare?
Non è vero che tutto muore prima o poi, fin troppo presto?
Dimmi, che cosa pensi di fare
della tua unica vita, selvaggia e preziosa?
Dichiara pace
Dichiara pace al tuo respiro.
Inspira
uomini d’arme e attrito, espira edifici interi e stormi di merli
dalle ali rosse.
Inspira terroristi ed espira bambini che dormono
e campi appena falciati.
Inspira confusione ed espira alberi di
acero.
Inspira quanto è caduto ed espira amicizie di tutta una
vita ancora intatte.
Dichiara pace con il tuo ascolto: quando
senti sirene, prega ad alta voce.
Ricorda quali sono i tuoi
strumenti: semi di fiori, spilli da vestiti, fiumi puliti.
Prepara
una minestra.
Fai musica, impara come si dice grazie in tre lingue
diverse.
Impara a fare la maglia, e fai un cappello.
Pensa al
caos come mirtilli che danzano, immagina il dolore come l’espirazione
della bellezza o il gesto del pesce.
Nuota per andare dall’altra
parte.
Dichiara pace.
Il mondo non è mai apparso così nuovo e
prezioso.
Bevi una tazza di tè e rallegrati.
Agisci come se
l’armistizio fosse già arrivato.
Non aspettare un altro minuto.
Dichiara pace.
* Le poesie sono tratte dal sito “Sentimenti e passioni“, articolo di Manuela Valletti Ghezzi, martedì 31 marzo, 2015.
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