Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000) è stato un poeta italiano, padre dei registi Bernardo Bertolucci e Giuseppe Bertolucci.
La poesia di Bertolucci è a suo modo semplice e complessa. La sua vocazione alla descrizione e al racconto lo ha naturalmente condotto a evitare l'intensa liricità della poesia pura ed ermetica per rivolgersi piuttosto a una lingua poetica intelligibile e alla narrativa in versi. La produzione, che comincia nel 1929, comprende raccolte poetiche, un romanzo familiare in versi, prose, traduzioni di autori inglesi e francesi come William Wordsworth e Charles Baudelaire. Un intellettuale disponibile, che è stato poeta, traduttore, critico, sceneggiatore, documentarista, ma la cui figura centrale e decisiva resta quella di poeta, come la critica contemporanea gli ha definitivamente riconosciuto.
Nato a San Prospero, a pochi chilometri a est di Parma, in una famiglia della media borghesia agraria, Bertolucci trascorre l'infanzia prima nel podere di Antognano, a sud ovest della città, poi dal 1921 in quello di Baccanelli, sempre nella immediata periferia di Parma. La famiglia del padre Bernardo proviene dall'Appennino parmense, quella della madre, Maria Rossetti, ha origini piacentine (Cortemaggiore). Attilio è il quintogenito ma tra i fratelli l'unico sopravvissuto è Ugo, nato nel 1907.
Frequenta le scuole elementari cominciando a scrivere poesie già a sette anni. Frequenta la classe ginnasiale presso il convitto nazionale Maria Luigia di Parma, dove si appassiona alla musica di Verdi. Al convitto conosce Cesare Zavattini (che vi lavora come istitutore) e stringe amicizia con Pietro Bianchi (anch'egli studente), i quali lo coinvolgeranno nel loro amore per il cinema. Compiuti gli studi superiori presso il liceo classico "Gian Domenico Romagnosi", si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Parma sostenendo però solo due esami.
Nel 1935 si trasferisce a Bologna passando alla Facoltà di Lettere per frequentare le lezioni di Roberto Longhi, dove si troverà come compagno di corso di Giorgio Bassani. Si laurea nel 1938 con una tesi su Mario Pratesi e nello stesso anno si sposa con una compagna di liceo, Ninetta Giovanardi, con la quale l'amore era sbocciato qualche anno prima durante le vacanze a Forte dei Marmi, la spiaggia più elegante del momento.
Comincia ad insegnare italiano e storia dell'arte presso il convitto nazionale Maria Luigia, ma nel frattempo ha già pubblicato due raccolte di poesie: "Sirio" (1929) e "Fuochi in novembre" (1934). In quegli anni Parma è città intellettualmente vivace: nei suoi caffè Attilio incontra letterati e uomini di cultura come l'editore Ugo Guandalini, fondatore della casa editrice Guanda, Aldo Borlenghi, Enzo Paci, Vittorio Sereni, Mario Luzi, Oreste Macrì, Carlo Bo, Giacinto Spagnoletti, Giuseppe De Robertis e altri. Intanto collabora a varie riviste e dirige per Guanda la collezione di poeti stranieri "La Fenice". Bertolucci va ad abitare in città con la moglie, alternandovi soggiorni nel podere di Baccanelli e continuando la sua attività di poeta.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 la famiglia Bertolucci, che è stata arricchita dalla nascita del primogenito Bernardo, trova rifugio a Casarola, salvandosi da un rastrellamento tedesco nell'estate dell'anno successivo. Nel 1944 cadranno sotto i colpi dei nazifascisti due giovani partigiani ex allievi di Bertolucci: Giacomo Ulivi e Ottavio Ricci.
Nel 1945 riprende intensa la collaborazione con la Gazzetta di Parma, iniziata fin dal 1928, per la quale si occupa soprattutto di cinema e arte. Nel 1947 nasce il secondogenito Giuseppe. Il 1951 è un anno significativo: si trasferisce a Roma, seguito a distanza di qualche mese dalla moglie, su invito del suo maestro Roberto Longhi, che lo ospiterà a lungo, in un rapporto profondo di amicizia e stima, e lo inviterà a collaborare con Paragone; pubblica la terza raccolta di liriche, "La capanna indiana", entra in contatto con il mondo del cinema della radio e della nascente televisione, collaborando a programmi Rai e sceneggiature televisive. Ma prosegue anche la sua attività di giornalista per le riviste "Paragone", "Nuovi Argomenti", "La Fiera Letteraria", "L'Approdo letterario" e, fino al 1954, il mestiere di insegnante di storia dell'arte presso il liceo "Virgilio" di Roma. Nella capitale frequenta Carlo Emilio Gadda e stringe una profonda amicizia con Pier Paolo Pasolini, a cui succederà, alla morte di quest'ultimo, nella direzione della rivista "Nuovi Argomenti" mantenendo tuttavia forti rapporti significativi con la città d'origine. Ad esempio nel 1957 Bertolucci contribuisce alla rinascita, a Parma, della rivista di lettere e arti "Palatina" di importanza nazionale, ma con un comitato di redazione composto unicamente da intellettuali parmigiani come il direttore Roberto Tassi e il suo sponsor, Pietro Barilla. Tre anni prima, nel 1954 fu chiamato dal primo presidente dell'Eni, Enrico Mattei a dirigere la rivista aziendale "Il gatto selvatico" (1955-1964) alla quale chiamò a collaborare, accanto a grandi firme del giornalismo, anche poeti e scrittori. Bertolucci ne mantiene la direzione fino al 1965 e intanto presta la propria consulenza anche all'editore Garzanti, che sarà l'editore di quasi tutte le sue opere e a cui presenta Pasolini. Anche a causa di problemi di salute, la residenza nella Capitale si alterna con i soggiorni estivi a Parma, soprattutto a Casarola, e le vacanze nella casa di Tellaro, in Liguria. Nel 1971 esce la raccolta "Viaggio d'inverno", nel 1984 il primo libro del poema narrativo La camera da letto, a cui si è dedicato fin dal 1955, e nel 1988 il secondo. Nel 1990 Bertolucci unisce in un solo volume, "Le poesie", tutti i testi delle raccolte precedenti e l'anno successivo una scelta di saggi critici, "Aritmie".
Nel 1993 compone una nuova raccolta, "Alle sorgenti del Cinghio", e nel 1997 l'ultima, "La lucertola di Casarola". Nel 1997 escono, edite da Arnoldo Mondadori Editore nella collana "I Meridiani" le "Opere" complete a cura di Paolo Lagazzi.
Attilio Bertolucci muore nella sua casa di via Carini a Roma il 14 giugno 2000, assistito dalla moglie e dai due figli. È sepolto a Parma, nella cappella di famiglia del cimitero della Villetta.
Nel 2001, postuma, esce un'antologia poetica edita dal Poligrafico dello Stato con autori e testi scelti da Attilio Bertolucci, in collaborazione con Gabriella Palli Baroni, dal titolo "Dagli scapigliati ai crepuscolari".
Il 31 ottobre 1992, con una significativa donazione di manoscritti e dattiloscritti autografi del poeta, nasce ufficialmente l'Archivio della Letteratura presso l'Archivio di Stato di Parma, coordinato da Paolo Lagazzi.
Nel 2014, a cura di Paolo Lagazzi e di Gabriella Palli Baroni, vede la luce una nuova opera dal titolo Il fuoco e la cenere. Versi e prose dal tempo perduto che raccoglie i testi più originali e intensi fra tutti quelli ancora inediti in volume.
Raccolte poetiche
Attilio Bertolucci, Sirio, Minardi, Parma, 1929. (Ristampa anastatica, con un saggio di Paolo Lagazzi, Pilotta editrice, Parma, 1979; riedizione con licenza dell’Autore e postfazione di Paolo Lagazzi, Società Editrice Napoletana, 1984)
Attilio Bertolucci, Fuochi in novembre, Minardi, Parma, 1934
Attilio Bertolucci, La capanna indiana, Sansoni, Firenze, 1951 e 1955; Garzanti, Milano, 1973
Attilio Bertolucci, Viaggio d'inverno, Garzanti, Milano, 1971 e 1984
Attilio Bertolucci, La camera da letto vol. I, Garzanti, Milano, 1984
Attilio Bertolucci, La camera da letto vol. II, Garzanti, Milano, 1988
Attilio Bertolucci, La camera da letto, Garzanti, Milano, 1988 [edizione completa]; idem 2020, prefazione di Nicola Gardini
Attilio Bertolucci, Le poesie, Garzanti, Milano, 1990
Attilio Bertolucci, Verso le sorgenti del Cinghio, Garzanti, Milano, 1993
Attilio Bertolucci, La lucertola di Casarola, Garzanti, Milano, 1997
Attilio Bertolucci, Opere, a cura di Paolo Lagazzi e Gabriella Palli Baroni, Mondadori (I Meridiani), Milano, 1997
Attilio Bertolucci, Fuochi in novembre, a cura di Gabriella Palli Baroni, Genova, Edizioni San Marco dei Giustiniani, 2004. ISBN 88-7494-1560
Attilio Bertolucci, Il fuoco e la cenere. Versi e prose dal tempo perduto, a cura di Paolo Lagazzi e Gabriella Palli Baroni, edizioni Diabasis, Parma, 2014
Settembre
Chiaro cielo di settembre
illuminato e paziente
sugli alberi frondosi
sulle tegole rosse
fresca erba
su cui volano farfalle
come i pensieri d’amore
nei tuoi occhi
giorno che scorri
senza nostalgie
canoro giorno di settembre
che ti specchi nel mio calmo cuore.
Assenza
Assenza,
più acuta presenza.
Vago pensiero di te
vaghi ricordi
turbano l’ora calma
e il dolce sole.
Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
leggera.
Gli anni
Le mattine dei nostri anni perduti,
i tavolini nell’ombra soleggiata dell’autunno,
i compagni che andavano e tornavano, i compagni
che non tornarono più, ho pensato ad essi lietamente.
Perchè questo giorno di settembre splende
così incantevole nelle vetrine in ore
simili a quelle d’allora, quelle d’allora
scorrono ormai in un pacifico tempo,
la folla è uguale sui marciapiedi dorati,
solo il grigio e il lilla
si mutano in verde e rosso per la moda,
il passo è quello lento e gaio della provincia.
Vento
Come un lupo è il vento
che cala dai monti al piano
corica nei campi il grano
ovunque passa è sgomento.
Fischia nei mattini chiari
illuminando case e orizzonti
sconvolge l’acqua nelle fonti
caccia gli uomini ai ripari.
Poi, stanco s’addormenta e uno stupore
prende le cose, come dopo l’amore.
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