martedì 8 luglio 2025

PUGNO Laura (1970 - viv.)

 

Laura Pugno (Roma, 30 aprile 1970) è una poetessa, scrittrice e traduttrice italiana. Ha tradotto dall'inglese e dal francese una decina di romanzi. Come narratrice ha pubblicato nel 2007 Sirene, Premio Libro del Mare 2008, finalista al Premio Bergamo 2008 e La ragazza selvaggia del 2016, Premio Selezione Campiello 2017.
La raccolta poetica Noi (2021) ha vinto il VI Premio Internazionale Letterario Franco Fortini
La raccolta poetica I nomi, uscito nel 2023, è finalista del Premio TIR 2023 (sezione Poesia) e ha vinto il premio Bonanni e il premio CeSPOLA.
Ha curato per Rai Radio 3 il programma in dieci puntate Oltrelontano - Poesia come paesaggio

Poesia
Tennis, con testi di Laura Pugno e di Giulio Mozzi, Nuova Editrice Magenta 2002
Il colore oro, Le Lettere 2007
Gilgames', Transeuropa 2009
La mente paesaggio, Giulio Perrone Editore 2010
DNAct, Zona Editore 2012
Nácar, Huerga & Fierro 2016
Bianco, Nottetempo 2016
L'alea, Giulio Perrone Editore 2019
Noi, Amos Edizioni 2020
I nomi, La nave di Teseo, 2023


La mente crea
il tu dalle menti e dai corpi,
il tuo,
i tuoi,

il tu che è il bosco dove si nasconde
quello che non ha nome
ed è detto
luce, stella, con intermittente
il suo – perduto, perduto –
codice Morse.

La sola lingua che conosci
la forma che conosci come amore,
in uno,
assoluto,
assoluto.

Così ti parla, mente corpo
tra menti e corpi, e le parole –
ogni tua parola –
sono il nome d’amore e gli altri nomi del mondo.

*

Improvvisamente la lingua si quieta
e non c’è che questo,
tra le mani:

un libro dei rituali,
il libro dei rituali,
scriverlo, trovarlo
scritto come se fosse
la cosa di natura che non è,

credere come
all’evidenza dei sensi che non è,
le tue dita sul braccio come il sole
che gira nel cielo ad arco
non intorno a noi né alla terra:

sapessi fare
questo, riuscissi a fare questo
con le sole parole,
col loro potere accecante:
tu guardi e si abbaglia ogni immagine.

*

Il libro fatto di ciò che non vedi,
chiedi,
a voce appena,

cosa cambia l’essere davanti
a te, esisterebbero queste parole,
sarebbero comunque necessarie,
sì, dici
sì,
non vedi che è la stessa cosa,
che le dita ti toccano
come se ti toccasse la mente,

la conversazione in bianco
che tieni ogni notte,
che è oscurità,
destino doppio,

un altro modo
di chiamarlo è la perla nella mano
e la mano,
e vedi come anche questa voce
a poco a poco si quieta.

*

Scrivi come se le cose ci fossero,
tra loro quella cosa che è il futuro,
le volte che ti è sembrato di toccarlo
o che faceva male:

entra, entrano in scena,
ma non è scena,
non vedi che una stanza, o alberi
li vedi così vicini a te che sono
nella pelle, sotto la pelle delle mani
come foglie, come colore bruno,

e dici questa lingua è quieta, è troppo quieta
ha smesso di scorrere?
O scorre con la quiete del sangue,
con il corpo in sonno
con l’estate che è adesso, e tu
davvero desideri la pace?

*

A volte questa conversazione immaginata
su un fondale nero – dietro il mondo
ha smesso di accamparsi

o davvero si accampa,
sembra che tutti
e tu, noi,

siamo pronti ad andarcene adesso
andare dove, non lo chiedi
nemmeno, sai che non importa,

che appaiono api dorate e sono le ultime.

da I nomi, La nave di Teseo, 2023

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