Dario Bellezza (Roma, 5 settembre 1944 – Roma, 31 marzo 1996) è stato un poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore e curatore editoriale italiano.
Bellezza fu scoperto e lanciato da Pier Paolo Pasolini, del quale per diversi anni curò la corrispondenza; il regista e letterato friulano, in seguito alla pubblicazione della prima raccolta di poesie Invettive e licenze (1971), lo definì « Il miglior poeta della nuova generazione ». In precedenza si era già imposto all'attenzione dei lettori con l'Innocenza (1970), romanzo breve col quale esordì e di cui Alberto Moravia scrisse la prefazione: storia di un'adolescenza tormentata con precise connotazioni autobiografiche. Seguirono i romanzi Lettere da Sodoma (1972) e Il carnefice (1973), ispirati anch'essi alle proprie esperienze personali.
Nel 1976 vinse il premio Viareggio per la sua raccolta di poesie, Morte segreta, edita da Garzanti.
La poesia di Bellezza si è spesso ispirata a temi autobiografici, fra i quali spicca l'amore omosessuale (vissuto con un sofferto atteggiamento maledettista, nella ricerca ossessiva di un "bellissimo assassino" fra drogati e prostituti), risentendo inizialmente dell'influenza dei poeti simbolisti e dell'opera di Sandro Penna. Angelo (1979) è una testimonianza commossa al grande amore della sua vita: la letteratura. Successivamente pubblicò Turbamento (1984), L'amore felice (1986) e Nozze col diavolo (1995).
Collaborando dal 1978 con la casa editrice Pellicanolibri, contribuisce alla pubblicazione di autori esordienti o non più accettati dalla grande editoria come Anna Maria Ortese e Goliarda Sapienza. Per la prima, insieme ad Adele Cambria e Beppe Costa riuscirà a fare applicare la Legge Bacchelli a sostegno degli artisti in difficoltà economiche.
Per Garzanti tradusse l'intera opera di Arthur Rimbaud, suo poeta di riferimento soprattutto negli anni della giovinezza.
Nel 1986 fu protagonista di un celebre scontro con Aldo Busi durante una puntata di Mixer Cultura. Durante lo scontro Bellezza diede a Busi della "puttana che va in giro a vendere i suoi libri", accusandolo di sfruttare l'omosessualità a fini di vendita. Busi rispose a Bellezza che la sua "acrimonia" nasceva dall'essere stato "esautorato dal panorama della letteratura italiana".
Sieropositivo dal 1987, nel settembre 1995, a seguito di un'incursione dei carabinieri nello studio di Giuseppe Marineo, un progettista elettronico che sosteneva di avere inventato una terapia miracolosa per l'AIDS a base di onde elettromagnetiche, Dario Bellezza viene trovato a letto mentre stava sottoponendosi alla terapia. La notizia viene data alla stampa, rendendo così pubblica la sieropositività del poeta. In breve Bellezza viene emarginato e fatto vittima di accuse.
Il 4 ottobre 1995, al Senato, viene organizzata dal partito dei Verdi una conferenza stampa dal titolo "Se non ora, quando? Il caso Dario Bellezza, l'Aids e la macchina" a cui partecipano Luigi Manconi (VERDI), Antonio Guidi (FI), Dario Bellezza, Claudio Sinibaldi, Luigi Cerina (FI), Alberto Bevilacqua, Barbara Alberti.
Muore di AIDS il 31 marzo del 1996 a Roma. Poche settimane prima gli era stato accordato un vitalizio ai sensi della legge Bacchelli.
Biancamaria Frabotta ha detto di lui: «Ne scrisse di versi, perfetti e indimenticabili, che bisognerà rassegnarsi, prima o poi, a considerare tra i più belli del Novecento italiano.»
Nel giugno 2023 viene presentato il documentario Bellezza, addio, girato da Carmen Giardina e Massimiliano Palmese, che rappresenta un tributo all'opera del poeta.
Opere di Poesia
Invettive e licenze, Milano, Garzanti, 1971, 1991
Morte segreta, Milano, Garzanti, 1976. (Premio Viareggio)
Libro d'amore, Milano, Guanda, 1982, 1992
Colosseo, Siena, Quaderni di barbablù, 1982
io (1975-1982), Milano, A. Mondadori, 1983.
Colosseo; Apologia di teatro, Catania, Pellicanolibri, 1985.
Piccolo canzoniere per E. M., Roma, Edizione del Giano, 1986
Undici erotiche, Roma, L'attico, 1986
Serpenta, Milano, A. Mondadori, 1987. ISBN 88-04-30065-5.
Libro di poesia, Milano, Garzanti, 1990. ISBN 88-11-63022-3, Premio Nazionale Rhegium Julii, sezione Poesia.[10]
Donna di paradiso, Roma, Edizione del Giano, 1992 (nuova ed. ampliata di Piccolo canzoniere per E.M.)
Gatti e altro, Roma, Fermenti, 1993.
L'avversario, Milano, A. Mondadori, 1994. ISBN 88-04-37942-1.
Proclama sul fascino, Milano, A. Mondadori, 1996. ISBN 88-04-41751-X.
Poesie (1971-1996), Milano, Oscar Mondadori, 2002. ISBN 88-04-50609-1.
Colosseo e altri luoghi, Roma, Seam Edizioni, 2013. ISBN 978-88-8179-516-1.
Tutte le poesie, a cura di Roberto Deidier, Milano, Oscar Mondadori, 2015
Amleto
Ho portato il mio vecchio corpo rotto da malattie
che non danno più la pace dello Spirito fino al teatro
dove Amleto carezzava la sua imperatrice madre
cacciatrice di mode pur di evitare la servitù
dell’amore filiale o il coraggio di un incesto
per bene, quasi fosse la mia, di madre, tenera madre
dimenticata nelle sue nevrosi mattutine
di casalinga inquieta, nelle inquiete stanze
della vastità amara di un tempo. Ero giovane,
ero ragazzo, ero libero, ero cascamorto giullare
di un invito al ristorante con la grande artista
melodiosa del verbo incarnato del Cristo.
Ora lo sento il tempo distante da me che vivo
fuori del tempo e nessuno mi ha in simpatia,
neppure quando grido che in Italia si può
essere, o ironia di una citazione!, solo
ideologici o arcadici. Sempre al sevizio
di qualche re buffone, arlecchino dalle cento
piaghe. Diventare vecchi bacucchi significa
mangiare la foglia della schiavitù corrigenda,
della fulminea posta al direttore delle carceri
divine. Non c’è spazio per te, qui. Dario caro,
dittelo con tutta la fosca ottenebrata concessione
alla limitazione temporale degli editti di morte.
Qualcuno ti ha condannato a morte; e non è la carità
che spinge il tuo cuore a trasmettere il turpe messaggio
al cervello, né la paura solitaria della mano
sul membro in erezione continua,
ma la visione di Amleto, tuo simile,
spia terrena del Diavolo, traditore dei traditori
che s’infiamma nella ricerca della verità inesistente.
Eppure il suo pazzo consiglio nel dramma è identico
al tuo: «Di avercela tanto con i traditori,
avendo da sempre tutti, senza esclusione, tradito».
***
Forse mi prende malinconia a letto
se ripenso alla mia vita tempesta e di
mattina alzandomi s’involano i vani
sogni e davanti alla zuppa di latte
annego i miei casi disperati.
Gli orli senza miele della tazza
screpolata ai quali mi attacco a bere
e nella gola scivola piano il mio
dolore che s’abbandona alle
immagini di ieri, quando tu c’eri.
Che peccato questa solitudine, questo
scrivere versi ascoltando il peccatore
cuore sempre nella stessa stanza
con due grandi finestre, un tavolo
e un lettino di scapolo in miseria.
E se l’orecchio poso al rumore solo
delle scale battute dal rimorso
sento la tua discesa corrosa
dalla speranza.
***
La vergogna del sesso sconclusionato
che l’eterne piste percorre con il gusto fratello
che s’ubriaca dell’amore per l’originario incesto
non concede tregua al mio purgatorio;
l’angolo della perdizione è un misfatto
che danna ad occhi chiusi, occhi crepati
dalla malinconia di te fanciullo mio
che mi tradisci con gli avvoltoi interi
della Rivoluzione;
consumo fiumi d’inchiostro, aspetto
che il neghittoso e perfido mare bollito in pentola
mi purifichi del tuo petto d’uccellino,
la fuga, l’oblio non bastano all’incontro
con il nulla che mi s’aggrappa addosso.
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