lunedì 4 agosto 2025

RAMOUS Mario (1924 - 1999)

 

Mario Ramous (Milano, 18 maggio 1924 – Bologna, 8 luglio 1999) è stato un poeta, traduttore, saggista e critico d'arte italiano.
La poesia di Mario Ramous - con la sua «ambizione di tentare l'edificazione del nuovo» nell'immediato dopoguerra e col suo «intreccio tra l'ermetismo residuo (...) e la nuova responsabilità "realistica"» -  richiamò l'attenzione della critica fin dalle sue prime prove, che risalgono agli anni Cinquanta del XX secolo. Frequentò l'Università a Firenze e Bologna; nel 1947 iniziò a scrivere d'arte su il Progresso d'Italia, iniziando così l'attività di critico, che manterrà per molti anni a venire. Collaborò poi con numerose riviste, assommando oltre 200 saggi e articoli sulla letteratura e la linguistica. Dal 1950 al 1975 fu a capo della casa editrice Cappelli, per cui curò la collana Documenti, incentrata sull'arte, e ne creò altre, come Universale, Biblioteca dell'Ottocento Italiano e Dal soggetto al film. Francesco Flora lo volle come collaboratore alla rivista Letterature moderne; intorno al 1950 Ramous conobbe Manara Valgimigli e Concetto Marchesi, cui fu legato da un sentimento d'amicizia. Negli anni '70 iniziò a lavorare per Garzanti, curando le voci di linguistica per l'Enciclopedia europea dell'editore milanese. Si sposò con Ada Valeria Fabj ed ebbe un figlio, Michele. Fu tra i nominati per il Premio Monselice 1972, ed entrò tra i 4 finalisti segnalati con Filippo Maria Pontani (poi vincitore), Giorgio Caproni e Nicolò Carandini. Le sue traduzioni delle Poesie di Catullo gli valsero un'ulteriore segnalazione nel 1976 e nel 1977. Vinse il Premio "Lorenzo Montano" 1999 per la sua raccolta Il gran parlare.

Opere di Poesia

La memoria, il messaggio, Bologna, Cappelli, 1951
Il presente, l'affetto, Bologna, Libreria Antiquaria Palmaverde, 1954
Nuove poesie, Bologna, Cappelli, 1956
Quantità e qualità, Bologna, Geiger, 1968
Battage per Valeria, Bologna, Cappelli, 1973
Macchina naturale, Milano, Feltrinelli, 1975
A discarico, Rivalba, Geiger, 1976
Dopo la critica, Milano, Società di poesia, 1984
Interferenze, Milano, Garzanti, 1988
Ricercari a discanto, Milano, Garzanti, 1992
Il tempo, Urbino, Edizione degli scalzi, 1993
Per via di sguardo, Venezia, Marsilio, 1996
Il gran parlare, Venezia, Marsilio, 1998
Remedia, Castel Maggiore, Book Editore, 1998
Archivio 21. Poesie 4660/29, inediti ritrovati da Michele Ramous Fabj, a cura e con un saggio di Giovanni Infelìse.Disegni inediti di Concetto Pozzati selezionati da Maura Pozzati dall'Archivio Concetto Pozzati, Bologna Scripta Maneant, 2022


Da Macchina naturale, 1975

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non v’è più modo di credere, qui,
fra noi, alla mistificazione
che la retorica della democrazia
pone sulle differenze col fascismo:
la questione consiste solamente
in quel denominatore
che il potere vuol dare
al termine proprio di sopraffazione:
la nostra ironia non conta,
anche se fosse possibile
occupare i luoghi che servono;
non commettiamo dunque il vecchio errore
di confondere la libertà
con l’intelligenza, se vuoi capire
*
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il potere non risiede solo in chi lo esercita,
ma piuttosto in coloro che opponendosi lo legalizzano:
se potessimo ignorarlo avremmo vinto il giuoco,
non conquistato il diritto imbecille
di confermare col mugugno
la figura legale di chi ci opprime:
l’obiettività è allora l’ultimo inganno:
che significa ordine, giustizia, rispetto
oltre l’uso che si può fare della libertà
per costringermi al consenso? controllate:
dio patria famiglia, un esercizio graduato di pene
per chi si permette di negarne i valori:
vivere non è già più possibile
se non conserverò i miei rancori
*
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ogni monito d’ordine è l’indice della stupidità profonda
che regola il novantanove di noi su cento
(e corrisponde ad una sola ipotesi di libertà);
non voglio essere rassicurato:
bene o male l’istituzione è per sua natura repressiva,
fondata sulla presunta inciviltà di chi deve fruirne,
perché in sé nasconde, con la riparazione dovuta, certo,
la possibilità per il potere
di far credere a una giustizia anche imperfetta
ma esclusivamente per l’oscurità del divino,
giusto a sua immagine e somiglianza,
e secondo il codice genetico della sopravvivenza:
l’inganno consueto di partecipare alle decisioni,
un giuoco rovesciato all’infinito
*
2 / 7256
si devono aggiungere tutte le stupidità
che accumuliamo giorno per giorno;
e mettici i giuochi per sopportare
queste infatuazioni ideologiche:
rimarrà da verificare
il loro diritto di cittadinanza


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