mercoledì 6 agosto 2025

DEIDIER Roberto (1965 - viv.)



Roberto Deidier (Roma, 31 agosto 1965) è un poeta e saggista italiano. Nel 1991 si laurea in Lettere alla Sapienza, con Francesca Bernardini Napoletano, annoverando tra i suoi maestri Ida Magli, Alberto Asor Rosa, Maurizio Calvesi e Agostino Lombardo. Presso la stessa università consegue nel 1997 il Dottorato di ricerca in Italianistica. Dopo avere insegnato nelle università di Roma Tre e di Cassino e aver lavorato come redattore dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, nel 1999 approda all'università di Palermo, dove insegna prima Letterature comparate e Letteratura italiana moderna e contemporanea, per divenire quindi professore ordinario di Letteratura italiana.
L'esordio poetico è del 1989, su Tempo presente, rivista fondata da Ignazio Silone. In quello stesso anno fonda con Marina Guglielmi un piccolo periodico di poesia, "Trame", che viene stampato fino al 1995. Prosegue pubblicando su Poesia, Paragone e altre riviste. Del 1995 è la sua prima raccolta in volume, Il passo del giorno (Sestante, con prefazione di Antonio Prete), che riceve il Premio Mondello per l'opera prima. Dal 2000 al 2011 è stato chiamato a far parte della giuria del premio.
Nel 1999, in edizione d'arte, appare Libro naturale, pubblicato nelle Edizioni dell'Ombra dell'amico stampatore Gaetano Bevilacqua, con una incisione di Giulia Napoleone. Chiuse le edizioni Sestante, nel 2002 raccoglie i primi due libri in Una stagione continua (peQuod) e congeda la terza raccolta, Il primo orizzonte (San Marco dei Giustiniani). Segue un lungo silenzio editoriale, per la poesia, interrotto dal quaderno di traduzioni Gabbie per nuvole (Empirìa 2011) e dal nuovo libro Solstizio (Mondadori 2014, Premio Brancati 2015 e Premio Frascati 2015). Nel 2017 pubblica, ancora in edizione d'arte presso Il Bulino, Dietro la sera, con acquarelli di Giancarlo Limoni. Nel 2021, con copertina di Giulia Napoleone, esce sempre per Mondadori All'altro capo (Premio Pisa 2021, Premio Città di Moncalieri 2022, Premio Pascoli 2022). Nel 2022, su disegni di Laura Fortin, pubblica per Le farfalle Nero residuo.
Ha curato opere e carteggi di autori del Novecento come Eugenio Montale, Sandro Penna, Umberto Saba, Giorgio Manganelli, Giovanna Sicari, Dario Bellezza.
Dal 2003 al 2011 ha diretto la rivista online Arcojournal. Come critico militante tiene nel blog all'interno del suo sito la rubrica "Ailanto", con recensioni e segnalazioni di libri di poesia italiani e stranieri.
Dal 2018, con Raffaele Manica, cura per le edizioni Empirìa Il viaggiatore insonne. Quaderni internazionali di studi su Sandro Penna.
Nel 2019 ha ricevuto il Premio Città di Latina alla carriera e nel 2021 il premio Libero De Libero, ancora alla carriera.

Opere di Poesia
Il passo del giorno, Sestante, Ripatransone 1995.
Libro naturale, Ed. dell'Ombra, Salerno 1999.
Una stagione continua. Poesie 1986-1996, PeQuod, Ancona 2002.
Il primo orizzonte, Ed. San Marco dei Giustiniani, Genova 2002 
Questa folla viva, Quaderni di Orfeo, Milano, 2006.
Gabbie per nuvole, Empirìa, Roma 2011.
Solstizio, Mondadori, Milano 2014 Premio Brancati 2015 di Poesia 
Dietro la sera, Il Bulino, Roma 2017.
All'altro capo, Mondadori, Milano 2021.
Nero residuo, Le farfalle, Valverde 2022.
Quest'anno il lupo fissa negli occhi l'uomo, Molesini Editore, Venezia 2025.



Petronio
 
Non mandano oracoli o numi
le ombre che agitano i sogni.
Accerchiare il pensiero è un’invenzione
che a ciascuno si dà. Come il silenzio
s’appropria del corpo assonnato 
gioca libera, la mente,
proietta al buio il giorno.
 
Chi supera avamposti in una guerra
e brucia città da commiserare
vede uomini in fuga, funerali di re
e sangue che scorre sui campi.
All’avvocato le leggi e il foro,
l'apprensione per chi sarà la corte.
L'avaro interra e dissotterra gli ori.
 
Il cacciatore è per fossati coi cani. Chi sul mare
naufrago s’aggrappa a ciò che resta
della poppa strappata alle onde.
Scrive all’amico, la puttana. L’adultera fa doni.
E il cane abbaia nel sonno a orme di lepre.
L’ansia di questa miseria
non dura che lo spazio d’una notte.
  
 
Addio dei compagni
 
-Andare è solo il modo di aiutarti-
mi dice l’ultima voce,
troppo vicina per essere intesa,
né ripete la frase che mi aggira
e non vuole saperne di fermarsi.
Sono usciti da un lungo corridoio,
vanno giù per la scala di ferro
col rumore dei loro passi svelti,
come saltelli ancora di bambini:
ma sono divenuti grandi, anche per me
che già avevo scelto
e non riesco neppure più a vederli
mentre scendono a toccare terra.
 
 
 
Città
 
C’è un motivetto allegro,
oggi, nella testa.
 
Mia città, questo sia l’ultimo ostacolo
Sul reticolo sordo delle tue strade.
Domani porterò con me
Un pensiero più scaltro,
Scarpe leggere e forse un padre
Che m’aspetta alla fine del viale,
Occhi aperti lungo il filo
Delle tante impalcature dove cresci.
Ma spogli, silenziosi come un cortile
A mezzo inverno, come un frullo
Fattosi volo e nessuno insegue,
Arrancano già i compagni,
Ognuno stringe a sé il suo calendario.
Dove il mio, dove più?
 
E’ un motivetto allegro                         
Oggi, la testa.
 
 
 
Facile
 
Mio amore, questo è l’ultimo treno
Fra i tanti che abbiamo visto passare:
Gli scambi riposeranno fino a domani.
E io sento altri rumori, la notte,
Il battito difforme di una corsa
Lungo binari senza ferro e travi.
E’ qualcuno che porta la mia vita
Sulle spalle, ma non mi somiglia.
Aggirerà cento semafori spenti,
Pensiline come isole deserte,
Altoparlanti di nessuna partenza
Da annunciare. Perché questo
E’ l’ultimo treno, amore mio,
E nessuno verrà a dirti ciò che manca
Ai nostri giorni insieme.
   


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