sabato 2 agosto 2025

DAL BIANCO Stefano (1961 - viv.)

 

Stefano Dal Bianco (Padova, 3 marzo 1961) è un poeta, critico letterario e metricista italiano.
Laureato a Padova, dove è stato allievo di Pier Vincenzo Mengaldo, vive in provincia di Siena ed è docente presso l'Università degli studi di Siena, dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne. Si è occupato prevalentemente di poesia e di critica stilistica, con studi sulla metrica e sul ritmo del verso italiano: Petrarca, Ariosto, Zanzotto e sulla poesia italiana del novecento. Ha fondato e diretto la rivista di poesia contemporanea "Scarto minimo" (con Mario Benedetti e Fernando Marchiori); è stato anche nella redazione della rivista "Poesia". Di Andrea Zanzotto ha curato, con Gian Mario Villalta, il volume de I Meridiani Le poesie e prose scelte (Milano, Mondadori, 1999), approfondendone criticamente vari aspetti; nel 2011 ha curato l'edizione di Tutte le poesie di Andrea Zanzotto (Milano, Oscar Mondadori, 2011).
Nel 2024 pubblica Paradiso (Garzanti), vincitore del premio "Paolo Prestigiacomo" (XI edizione), del Premio LericiPea, del Premio Viareggio-Rèpaci, del Premio PontedilegnoPoesia, del Premio Letterario Camaiore - Francesco Belluomini, del Premio Strega Poesia, del Premio Tirinnanzi, del Premio Saba.

Opere principali
La bella mano, prefazione di Cesare Viviani Milano, Crocetti, 1991
Stanze del gusto cattivo, Milano, Guerini e associati, 1991
Ritorno a Planaval, Milano, Mondadori, 2001; nuova edizione Lietocolle/Pordenonelegge, 2018
Tradire per amore. La metrica del primo Zanzotto (1938-1957), Lucca, Maria Pacini Fazzi, 1997
Stare tra le lingue, Lecce, Manni, 2003
L'endecasillabo del Furioso, Pisa, Pacini, 2007
Prove di libertà, Milano, Mondadori, 2012
Distratti dal silenzio. Diario di poesia contemporanea, Quodlibet, 2019
Risonanze. Poeti per Zanzotto, Lecce, Pensa MultiMedia, 2024
Paradiso, Milano, Garzanti, 2024

Opere in volumi antologici
Poeti italiani del secondo novecento, a cura di Maurizio Cucchi e Stefano Giovanardi, secondo volume, Oscar Mondadori, 2004.
Andrea Afribo, Poesia contemporanea dal 1980 a oggi. Storia linguistica italiana, Carocci, Bologna 2007.
Andrea Afribo, Poesia italiana postrema. Dal 1970 ad oggi, Carocci, Roma 2017.
Arnaldo Colasanti, Braci. La poesia contemporanea, Bompiani, Milano 2021, pp. 251-253.
Francesco Napoli, Poeti italiani nati negli anni '60, Interno Poesia, Latiano (BR) 2024.



Comincia così questo solstizio,
con un cane che gioca con un altro cane
e rimane, rimane a fissare
il piano sconfinato
e le macchie di giallo in lontananza
e il profilo dei monti
come se fosse un altro giorno, già trascorso
non più sollecitato
dalla brezza sul piano ma fermo
fermo nella stagione che si sporge.
Ritornerà pertanto, e riconoscerà
i segnali del vento, quello che non possiamo
non chiamare ricordo,
ricordo di qualcosa che un giorno
aveva mosso l’erba, come adesso,
aveva soffermato un cane in un pensiero.

*   *   *

La soluzione temporanea
di tutta questa nuvolaglia indotta di pensieri
è stare a vedere una valle con il vento e sotto il sole
mentre il verde dei declivi
di collina in collina sovrapposti
si fa sempre più grigio di foschia
e finisce nel bianco
che confonde l’Amiata in lontananza con il cielo.
Stare a vedere è facoltà di tutti
ma ricavarne la chiarezza di un messaggio è privilegio
di chi si lasciasse intontire dal sole
scardinare dal vento e ritornasse
su di sé ma senza più visione
ora che tutto è perduto nel bianco lontano
e sale, sale da dentro la voce del mondo.

*   *   *
Come si riferisse a un vento che ora non c’è
sembrava avesse senso
la preghiera del castagno tra i castagni,
di una vita nel tempo dispersa e
presente lì nel varco
tra le fronde che apre alla campagna.
Ma come sarebbe se il vento
che ora non c’è non avesse
vegliato su noi sulla nostra, preghiera
di farci stare qui
in vista di un castagno
che si sporgeva alto tra i fratelli.

*   *   *

Camminando per la mia stradina al buio
ho attraversato un filo
di ragnatela, e me ne sono accorto
perché l’ho attraversato con la faccia
mentre camminavo.
Così mi accorgo sempre
quando un altro filamento mi attraversa,
ben diverso, anche se ora non ho tempo
di spiegare cosa sia, adesso,
che mi fa concentrare su qualcosa
di molto più importante,
però questo secondo filo
mi attraversa veramente
da parte a parte, e non importa
che ora non sia importante.

da Paradiso, Milano, Garzanti, 2024

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