Gabriella Leto (Roma, 18 marzo 1930 – Roma, 18 maggio 2019) è stata una scrittrice, poetessa e traduttrice italiana. Nata Gabriella Quattrocchi a Roma il 18 marzo 1930 da Adriana Carnelli e Alessandro Quattrocchi, crebbe nella capitale negli anni della guerra e si laureò in Lettere Classiche alla Sapienza.
Esordì nel 1973 con due componimenti su "Paragone", che apparvero due anni dopo sull'Almanacco dello specchio. Prese parte nel 1980 all'antologia einaudiana Nuovi poeti italiani I per poi finalmente dare alle stampe un volume dieci anni dopo, Nostalgia dell'acqua, che le valse il Premio Viareggio nel 1991.
Successivamente pubblicò altre due raccolte di componimenti poetici: L'ora insonne nel 1997 e Aria alle stanze nel 2003. Molto attiva anche nel campo della traduzione di poeti latini, curò per Einaudi Le Eroidi e Gli Amori di Ovidio e le Elegie di Properzio.
Insegnante di latino e greco fino all'età della pensione presso il liceo Terenzio Mamiani di Roma, è morta a Roma il 18 maggio 2019.
Sposata con Giovanni Leto, aveva due figli, Livia e Luca.
Opere di Poesia
1990 Nostalgia dell'acqua (Einaudi)
1997 L'ora insonne (Einaudi)
2003 Aria alle stanze (Einaudi)
Io amo vorrei dire
l’animale dallo sguardo sgomento
che senza colpa accetta di soffrire.
E amo anche la pioggia quando viene
in cadenza secondo il proprio accento
e il cielo che contiene
assai lontano il volto della luna
pallida per le molte sue nottate
e la viola la viola gialla e bruna
simile nel disegno a una farfalla
dalle ali spalancate.
da L’ora insonne (Einaudi, 1997)
*
Di eventi e di prodigi inquieta notte
al tuo piacere e al mio rara e famosa.
Non forse effervescenti in buie arcate
brillano gli astri dell’una o dell’altra
costellazione? La luna non posa
il suo respinto luminoso amore
sul sonno di Endimione? E voi che fate
il mio potere tenebrose ore
assorte sui crepacci sui dirupi
sulle strade – che d’istinto scoprite
le più inattese tra le mie risorse
in una notte come questa forse
tutto quello che ci attendiamo accade.
*
Nell’ora che dall’orlo del
mondo
dal suo nero profilo in controluce
geme un occulto
stupore
non odiata è l’insonnia se aderente
al più lento
fluire
del sangue all’affondo del respiro
dall’urna
scoperchiata
nasce il pensiero come dolce seme
di verità e
d’amore quando ormai già freme
l’aria non più
notturna.
*
Nella polvere grigia della zolla
nel
ramo disadorno nella
pesante corolla
di quale privazione il
desiderio
o di quale ritorno?
Arido luogo più che non la
siepe
rotta al centro spaccato dalle crepe
è quello che non sa
non vuole sogna
il suolo erboso le onde la stigia
raccolta
ombra prenatale.
da Nostalgia dell’acqua (Einaudi, 1990)
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