Mario Specchio (Siena, 2 novembre 1946 – Montepulciano, 17 settembre 2012) è stato uno scrittore, poeta, traduttore, germanista, saggista e critico letterario italiano. Nato a Siena, ha frequentato il Liceo classico "E.S. Piccolomini" e, successivamente, si è laureato in Lettere presso l'Università di Firenze con una tesi di letteratura tedesca. Le sue amicizie con Romano Bilenchi, Mario Luzi e Antonio Tabucchi hanno contribuito alla sua formazione. Di Luzi ha anche curato una biografia intitolata Colloquio; germanista, studiò in special modo Goethe, Rilke, Hesse e Paul Celan. Nel 1974 esordì come autore di poesia con la raccolta A piene mani. Iniziò poi l'attività di traduttore letterario; fu incluso nella lista dei candidati per la vittoria del Premio Monselice per la sua traduzione di L'ultima estate di Klingsor di Hesse. Nel 1999 divenne professore dell'Università degli Studi di Siena, insegnando Lingua e letteratura tedesca e Traduzione letteraria, incarico che già aveva ricoperto come ricercatore all'Università di Urbino.
Ha vinto il Premio Il Fiore per la poesia nel 2008.
È deceduto nel 2012 all'età di 66 anni a seguito di un'emorragia cerebrale che lo ha colto mentre era alla guida della sua autovettura.
Opere di poesia
A piene mani, Firenze, Vallecchi, 1974
Nostalgia di Ulisse, Firenze, Passigli, 1999
Da un mondo all'altro, Bagno a Ripoli, Passigli, 2007
Passione di Maria, con le illustrazioni di Ernesto Piccolo, Ed. Feeria, Panzano del Chianti, Siena, 2013
Poesie
Ci stupirà
Ci stupirà forse la
morte
quando
si farà più vicina ed una voce
porterà l’eco
delle tue parole,
ci stupirà con la carezza lieve
che dissolve
l’ultimo segreto
e rende i corpi alla misura estrema
liberi
dall’insulto
e dall’inganno.
Dove saranno gli occhi di
velluto
che celavano il tempo dell’attesa,
le promesse le
lacrime il sorriso
tutto perduto
tutto abolito
come non
fosse stato?
DI NOTTE
E’ nella notte il canto delle
Parche
quando chi dorme sembra già assopito per sempre
e i
fuochi fatui ai cimiteri
prolungano il respiro di quel sonno
.
Verrai di notte , mi sfiorerai leggera ,
nella tua voce
ancora una poesia
avrà forma di vento
e sarà il vuoto colmo
degli spazi
sarà la solitudine del mare
e le greggi che
lasciano al mattino
il caldo della stalla , o grida roche di
fiori
all’avanzare dell’incendio .
Ogni notte ti fai più
vicina
ed io sento il frusciare del tuo manto ,
preparo per te
vasi di frutta ,
lascio aperto un libro , brucio incenso .
NELL’ARIA ONDEGGIA –
Nell’aria ondeggia
come incenso in
fumo , vago
un sentore di promesse antiche .
Si accendono e si
spengono
tremando , lungo le strade
gli ultimi lampioni
e i
cieli non conoscono confini .
Tu vivi in alto , forse
al nostro
incanto
non resta che la grazia di morire ,
e poi saremo come
siamo sempre ,
viandanti che si tendono la mano .

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