Odysseas Elytīs, pseudonimo di Odysseas Alepoudellīs, (Candia, 2 novembre 1911 – Atene, 18 marzo 1996) è stato un poeta greco. Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Atene, abbandonò gli studi per dedicarsi alla sua vera passione, la poesia. Iniziò a scrivere poesie nel 1935, proseguendo fino alla morte. Fu uno dei maggiori rappresentanti del surrealismo in Grecia, apprezzato nelle sue poesie per il vigore dello stile. Tra le più importanti poesie del periodo surrealista Orientamenti (1940) e Sole, il primo (1943). Fu partecipe anche degli avvenimenti della seconda guerra mondiale, esperienza dalla quale trasse ispirazione per scrivere il poemetto epico Canto eroico e funebre per il sottotenente caduto in Albania (1945). Nel 1979 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura; tra le motivazioni del premio spicca il desiderio di libertà intellettuale e sviluppo della creatività, che traspare dalla sua poesia. Morì ad Atene nel 1996.
Ad Odysseas Elytīs è intitolato l'Aeroporto Internazionale di Mitilene, nell'Isola di Lesbo.
Opere di poesia
1937 Clessidre dell'ignoto
1940 Orientamenti
1943 Sole, il primo
1945 Canto eroico e funebre per il sottotenente caduto in Albania
1959 Dignum est
1960 Sei più un rimorso per il cielo
1971 L'albero di luce e la quattordicesima bellezza
1971 Monogramma
1972 Gli R di amore
1974 I fratellastri
1974 Carte scoperte (raccolta di saggi)
1979 Maria Nefeli
1982 Tre poesie sotto bandiera ombra
1984 Diario di un invisibile aprile
1985 Piccolo marinaio
1991 Elegie di Oxòpetra
1992 Nel bianco (raccolta di saggi)
1995 A occidente del dolore
1995 Nel giardino degli inganni (raccolta di saggi)
1998 Da vicino (postumo)
Traduzioni in italiano:
Sole il primo, Parma, Guanda, 1979
Poesie-Prose, Utet, 1982
Diario di un invisibile aprile, Milano, Crocetti, 1990
Elegie, Milano, Crocetti, 1997
È presto ancora, Roma, Donzelli, 2000
Il giardino che entrava nel mare. Antologia, Lecce, Argo, 2004
Il monogramma nel mondo, Roma, Donzelli, 2006
Il metodo del dunque (e altri saggi sul lavoro del poeta) Donzelli, 2011
MONOGRAMMA, III
Così parlo di te e di me
Perché ti
amo e nell’amore so
entrare come Plenilunio
da ogni parte,
per il tuo piccolo piede nelle lenzuola sconfinate
So sfogliare
gelsomini – e ho la forza
sopita, di soffiare e di
portarti
attraverso passaggi luminosi e segreti porticati del
mare
alberi ipnotizzati con ragnatele inargentate
Di te hanno sentito parlare le
onde,
come accarezzi, come baci,
come sussurri il «cosa» e il
«sì»
tutt’intorno alla gola, alla baia
Sempre noi la luce
e l’ombra
Sempre tu la piccola stella e sempre io
l’oscuro natante
Sempre tu il porto e io il faro di destra
Il
molo bagnato e il bagliore sopra i remi
In alto nella casa con i
rampicanti
Le rose intrecciate, l’acqua che si fa fredda
Sempre
tu la statua di pietra e sempre io l’ombra che cresce
Tu
l’imposta accostata, io il vento che la apre
Perché ti amo e ti
amo
Sempre tu la moneta e io l’adorazione che le dà valore:
Tanto la notte, tanto l’urlo nel
vento
Tanto la goccia nell’aria, tanto il silenzio
Tutt’intorno
il mare despota
L’arcata del cielo con le stelle
Tanto il tuo
più piccolo respiro
E ormai non ho altro
tra le quattro
pareti, il soffitto, il pavimento,
se non l’urlo che è tuo e
colpisce la mia voce,
l’odore che è il tuo e s’infuriano gli
uomini.
Perché non sopportano quel che non hanno
provato ed è
loro straniero, è presto, mi senti,
è presto ancora in questo
mondo amore mio
Per parlare di te e di me.
(da Monogramma, 1972 - traduzione di Filippo Maria Pontani)
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