giovedì 25 settembre 2025

#biblioteca / Francesco Napoli - GIORGIO CAPRONI - Ares

 

Francesco Napoli
GIORGIO CAPRONI
Scrittore in versi

introduzione di Francesco De Nicola
Ares edizioni
collana Profili
2025
pp. 136, euro 15
ISBN 9788892985384

 
Giorgio Caproni (1912-1990) è sempre più protagonista assoluto della nostra poesia. In queste pagine, Francesco Napoli ne ripercorre la vita e le opere: dagli anni dell’infanzia a Livorno a quelli di formazione a Genova, fino al periodo romano della maturità letteraria. Poeta dal tono apparentemente semplice e colloquiale, era in grado, in realtà, di toccare le grandi domande della vita, trasformando il proprio vissuto in versi indimenticabili: dolore, morte, amore, memoria e ricerca di Dio.
Arricchisce questo invito alla lettura un’intima conversazione con lo scrittore Maurizio Cucchi, che racconta l’uomo dietro al poeta.

Francesco Napoli (Napoli 1959) è critico letterario, giornalista e consulente. Ha pubblicato numerosi saggi sulla poesia italiana contemporanea su quotidiani, riviste e in volume tra i quali: Novecento prossimo venturo. Conversazioni critiche sulla poesia (Jaca Book 2005), Poesia presente in Italia dal 1975 al 2010 (Raffaelli Editore 2011) e Poeti nati negli anni ’60. Letteratura come condizione (Interno Poesia Editore 2024). Per Ares ha pubblicato il profilo letterario Giorgio Caproni. Scrittore in versi (2025).

 
Sabato 4 ottobre, alle ore 17:00, Francesco Napoli presenterà il suo nuovo Profilo Giorgio Caproni. Scrittore in versi presso la Sala Luzzati in occasione del  Book Pride Genova, la Fiera dell’editoria indipendente a Palazzo Ducale

martedì 23 settembre 2025

#biblioteca / Valentina Mele - «A ME STESSO DI ME PIETATE VÈNE» - Franco Cesati

 
Valentina Mele
«A ME STESSO DI ME PIETATE VÈNE»
Forme della soggettività lirica nelle "Rime" di Guido Cavalcanti

Franco Cesati editore
collana Strumenti di Letteratura Italiana | 126
2025
pp. 175, euro 21
ISBN 9791254962718


La centralità della questione dell’io nella poesia lirica di Cavalcanti è stata messa in particolare rilievo dalla critica degli ultimi decenni, che ne ha evidenziato i  tratti di innovatività rispetto alla tradizione della lirica amorosa italiana precedente e coeva. Questo libro si propone di discutere la soggettività lirica nella poesia del secondo Guido, intendendola, in prima istanza, nella sua dimensione formale. L’analisi si concentra principalmente sul soggetto dal punto di vista delle marche formali di prima persona, allargando la prospettiva alla dimensione spaziale e temporale – e non tralasciando tuttavia il rapporto con le forme retoriche e le trame intertestuali e l’influenza che il modello cavalcantiano dell’io ridotto a pura voce ha esercitato sulla tradizione della poesia lirica fino a Petrarca.

lunedì 22 settembre 2025

#biblioteca / AA.VV. - DONNE IN POESIA. Per una mappa della poesia europea contemporanea - Le Lettere

 
AA.VV.
DONNE IN POESIA
Per una mappa della poesia europea contemporanea
a cura di Isabella Tomassetti, Luigi Marinelli e Matteo Iacovella
Le Lettere
collana Sinalefe, 3
2025
pp. 675, euro 25
ISBN 9788893665094

 
Nei saggi raccolti in questo volume, frutto di un importante convegno, studiose e studiosi specialisti di diverse tradizioni linguistiche e letterarie – portoghese, spagnola, italiana, greca, inglese, francese, tedesca, polacca, romena, ucraina, russa – approfondiscono i contesti e i campi culturali della propria tradizione di riferimento per indagare e commentare alcune fra le più significative voci poetiche femminili del panorama internazionale. Fine comune è quello di disegnare una nuova mappatura al femminile della poesia contemporanea europea con un ampio ventaglio di intenti: individuare incroci e contaminazioni; sottolineare le principali questioni di genere e identitarie coinvolte; porre l’attenzione sui nuclei tematici ricorrenti o trasversali, sulle traduzioni e sulle tradizioni, e sulle forme, i generi e la diffusione delle opere considerate. Attraverso l’approfondimento critico-interpretativo delle opere di poesia, il libro intende quindi inserirsi in un processo già ampiamente in corso di decostruzione di alcuni stereotipi, se non proprio pregiudizi, storico-critici relativi alla presenza della scrittura di donne nella poesia europea.
 
Un estratto dall'Introduzione
Questo libro nasce da una provocazione. E da un auspicio. La provocazione è la possibile costruzione di un canone poetico contemporaneo (limitato qui alla poesia europea, e neanche tutta), fondato solamente sulla poesia delle donne. Se non altro per antifrasi, non ci sarebbe niente di strano, considerato che i canoni letterari del passato erano tutti inconfondibilmente “al maschile”.
L’auspicio è che la nostra ricerca collettiva possa essere discussa, contestata, apprezzata se non altro per la sua parziale novità, e magari allargata ad altre lingue e culture in essa trascurate. Il punto di partenza, e il titolo – che richiama una delle prime, se non la prima, storica antologia italiana dedicata alla poesia delle donne – è la semplice constatazione della presenza massiccia, e a volte prevalente, di poete nel panorama della poesia europea contemporanea.
 
Nei saggi raccolti in questo volume, studiose e studiosi specialisti di diverse tradizioni linguistiche e letterarie – portoghese, spagnola, italiana, greca, inglese, francese, tedesca, polacca, romena, ucraina, russa – hanno quindi inteso approfondire i contesti e i campi culturali di riferimento, per una ricognizione preliminare delle più significative voci poetiche femminili. Fine comune è stato quello di abbozzare una nuova mappatura della poesia contemporanea europea con un ampio ventaglio di indirizzi: incroci e passaggi; questioni di genere e identitarie coinvolte; temi e motivi (individuazione di nuclei tematici ricorrenti o trasversali); traduzioni e tradizioni (attenzione al ruolo della traduzione e al confronto con i classici della tradizione); diffusione delle opere considerate; forme e generi (indagine delle soluzioni formali adottate e delle interferenze con altri codici artistici, anche in ambito performativo).
 
Attraverso l’approfondimento critico–interpretativo delle opere di poesia, comprese quelle ancora trascurate o poco visibili, e quindi un ripensamento del concetto stesso di “canone”, il libro intende insomma inserirsi in un processo già ampiamente in corso di decostruzione di alcuni stereotipi, se non proprio pregiudizi, storico– critici relativi alla presenza della scrittura di donne nella letteratura e nella poesia europea, non solo mettendone in luce la ormai evidente dominanza nel panorama contemporaneo, ma anche sottolineando le interconnessioni e i passaggi (a tutti i livelli: da quello linguistico a quello relativo ai generi e alle identità) che ne determinano l’attuale ricchezza e varietà, sia negli specifici ambiti linguistico-nazionali che a livello più ampio nel contesto del polisistema europeo. Da questo punto di vista, è ovvio che anche la poesia tradotta rientri pienamente nel nucleo principale del nostro discorso. In questo caso ci siamo limitati alle traduzioni di poete italiane contemporanee nelle varie lingue e culture d’Europa, ma va da sé che anche all’interno dei saggi relativi alle specifiche situazioni e tradizioni linguistico–culturali, lo sguardo comparatistico risulti imprescindibile. In questo senso l’individuazione di una “linea europea” della scrittura poetica delle donne, a partire dalla fine del secolo scorso, e simbolicamente dal 1989, può risultare particolarmente feconda sul piano storico–critico e interpretativo. Nel campo degli studi sulle realtà locali (linguistiche e nazionali) il lavoro è già parzialmente avanzato, ma sostanzialmente la prospettiva delle ricerche rimane ancora distante da una visione complessiva e di raccordo fra i singoli contesti letterari. Si tratta quindi di integrare e superare la parzialità di una visione geo-culturale, se non geo-politica, del canone e di approcci ideologici che oltretutto tendono ad escludere alcune culture letterarie, considerate minori o periferiche.
 
Abbiamo quindi proposto un “viaggio” poetico da ovest a est, puntando il dito su quelle figure che gli autori e autrici di questo libro hanno ritenuto le più rappresentative o a volte anche le meno riconosciute, ma sicuramente degne di esserlo, nelle diverse situazioni “nazionali”, sempre che per “nazioni” s’intendano le parti costitutive di quella Repubblica delle Lettere (e più specificamente: delle Poete) che a nostro avviso – benché distribuita fra varie regioni–tradizioni e province–convenzioni – è ed è sempre stata una, così come una è l’Europa della cultura che, da sempre e ancora oggi, poco ha a che vedere con le sue svariate configurazioni e divisioni politiche. Che da questa Europa dell’immaginazione si possa escludere la poesia russa è assai dubbio, così come d’altro canto per noi è certo che la Russia di oggi resti fuori dal consesso delle nazioni libere. Del resto la poesia, e forse in particolare la poesia delle donne, per la doppia condizione di subalternità che essa può esprimere, è una perfetta cartina al tornasole della libertà di espressione nell’ambito delle singole realtà locali, tanto più in quelle dove maggiore è l’oppressione politica. E anche per questo – al di là di ogni tecnicismo e del suo dichiarato fine scientifico-culturale – siamo anche convinti del valore fortemente politico di questo nostro libro. La sua idea iniziale è partita da studiosi del Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali della Sapienza di Roma, inserendosi – crediamo – pienamente, e cercando di innovarla, in una tradizione di studi preesistente e che in passato ha affrontato in importanti pubblicazioni le questioni del canone, in particolare del canone europeo, e della scrittura femminile, che affrontavano da un punto di vista panoramico, inter– e transculturale. Pensiamo ad esempio alla rivista «Critica del testo», dedicata nel numero III/1 del 2000 a Il canone alla fine del millennio e nel numero X/1 del 2007 a Il canone europeo, o anche al più recente volume collettaneo Il complesso di Esaù. Lingue, culture e letterature ‘minori’ e ‘maggiori’? (2022); o ancora ai libri e manuali ispirati e curati da Maria Serena Sapegno, quali Donne in rete. La ricerca di genere in Europa (2004), Dentro/fuori, sopra/sotto. Critica femminista e canone letterario negli studi di italianistica (2007), Che genere di lingua? Sessismo e potere discriminatorio delle parole (2010), Identità e differenze. Introduzione agli studi delle donne e di genere (2011), La differenza insegna. La didattica delle discipline in una prospettiva di genere (2014).
 
Quanto all’approccio, o piuttosto agli approcci metodologici presenti nel libro, le sue linee di ricerca principali – riassumibili nelle dialettiche e correlazioni fra incroci/passaggi, temi/motivi, traduzioni/tradizioni, forme/generi – implicano il ricorso e l’uso integrato di vari strumenti interpretativi e analitici, tra questi: geocritica e geopoetica, per il rapporto tra lo spazio europeo e gli attraversamenti (fisici, intellettuali, poetici) delle autrici considerate (con riferimenti ai lavori di Westphal, Italiano, all’ecocritica femminile); i gender studies per un approccio il più possibile lucido e consapevole alle istanze e ai temi identitari coinvolti, e per decostruire gli stereotipi legati alla categoria già da tempo messa in discussione di “scrittura femminile”; i Cultural studies per l’attenzione alla storia culturale dei contesti di riferimento, alle dinamiche sociali e alle implicazioni politiche nella costruzione e decostruzione del canone, ma anche per esplorare le incursioni delle autrici in temi relativi alla Storia, non solo europea (com’è nel caso del post– colonialismo), in una chiave teorica, ma anche politica e militante (con riferimenti agli studi di Spivak, Butler, Haraway, Felman, Curti, Zajko-Leonard); i Translation Studies per mappare i passaggi tra le lingue europee nel contesto della produzione contemporanea e la loro ricezione, disseminazione e influenza all’interno dei polisistemi letterari, tenendo conto della dialettica tra centralità/marginalità (con riferimento alle ricerche di Apter, Even-Zohar, Sisto ecc.). Gli strumenti della traduttologia sono risultati utili anche per il confronto con la tradizione dei classici, talvolta riscritti dalle donne con l’intenzione di ripensare il canone e di legittimare nuovi sguardi sul passato. Un ruolo centrale hanno ovviamente gli strumenti dell’analisi formale dei testi (close reading), che danno fondamento a discussioni e riflessioni fornendo dati relativi alla testualità (stilistici, retorici, metrici, ma anche figure e maschere), alle modalità espressive (per es. nella costruzione della soggettività o nella sua decostruzione), e ai generi e alle loro ibridazioni, soprattutto al di fuori dei registri confessionali e autobiografici.
 
Questo libro si propone insomma di supplire a una carenza degli studi letterari e culturali, spesso esigui e frammentati, con la proposta metodologica di un quadro più ampio delle questioni in gioco nello studio e approfondimento della poesia contemporanea scritta da donne. Inoltre – ed è forse questo l’aspetto più innovativo – attraverso la trasversalità delle sue linee di ricerca principali, il nostro volume intende trovare un equilibrio – spesso assente – tra l’attenzione ai dati storico–culturali, ai dibattiti sul genere e alle ricadute formali dei testi di poesia considerati. […]

#biblioteca / Alberto Schettini - IN QUESTO ETERNO VACILLARE - Thesis

 
Alberto Schettini
IN QUESTO ETERNO VACILLARE
poesie

Thesis / Oltre edizioni
collana Poesia
settembre 2025
pp. n.i., euro 16
ISBN 9791298557857
 
La costruzione di una poesia (nel mio tentativo di farlo) è una sorta di assemblaggio, un “muretto a secco" (come quelli che rinforzano il terreno su colline di Liguria) in grado di stare in piedi, da solo, senza alcun cemento, perché ogni singola pietra (o parola che sia) deve essere in grado, posta nella giusta posizione, di rendere la struttura complessivamente stabile e generare (possibilmente) un flusso melodico. (Alberto Schettini)

Alberto Schettini nasce a Genova nel 1967 dove si laurea in Scienze Politiche. Le sue grandi passioni, fin dalla giovinezza, sono la poesia, la musica e la fotografia. Nel 1996 partecipa ad un Concorso dell’Istituto Calasanzio di Genova conseguendo il terzo posto con la poesia Pianura che dedicò al padre; successivamente pubblica, con la collaborazione del poeta Luigi Fenga, la sua prima raccolta di poesie Che ci sia luna (2000, ed. Compagnia dei Librai).
Nel 2001 pubblica Poesie e viene notato dal poeta/romanziere Giuseppe Conte che, durante il Festival Internazionale di Poesia di Genova dello stesso anno, legge in pubblico la sua composizione Oibò: con la stessa silloge, nel 2002, viene premiato al “Concorso Nazionale - Sandra Quaglierini”.
Seguono le raccolte: Parvenze (con impressioni di lettura di Giuseppe Conte, Luigi Fenga, Tullio Gardini e illustrazioni del pittore Pier Canosa, presentato nel 2003 presso la Sala del Camino della Camera di Commercio di Genova); La prospettiva di un ratto, Avamposti emotivi, Nella mia noce (poesie ed aforismi), Tutto sommato, 1999-2019 (raccolta antologica), Aforìe e Fossilità (recensito da Francesco De Nicola su I Limoni - Annuario della Poesia in Italia nel 2023).

#biblioteca / Daria Perozzi - IL COLORE NEL MIO BUIO - Thesis

 
Daria Perozzi
IL COLORE NEL MIO BUIO
poesie
Thesis / Oltre edizioni
collana Poesia
settembre 2025
pp. 62, euro n.i.
ISBN 9791298557864


Questa raccolta poetica nasce dal dolore per la perdita di mio padre durante la pandemia da Covid-19, in un tempo in cui anche il lutto era solitario e silenzioso. Le poesie sono nate dal bisogno profondo di continuare a parlargli, di colmare il vuoto con parole che potessero resistere al tempo.
Scrivere è stata una forma di consolazione, un modo per trasformare l’assenza in presenza. 
Dedico queste parole a lui, e a chiunque abbia vissuto una perdita simile.
Se in questi versi troverete un frammento del vostro sentire, allora questo libro avrà trovato il suo significato.

Daria Perozzi (Genova, 1991) ha coltivato sin da giovane una profonda passione per l'arte e per la cultura. Conseguita nel 2010 la maturità nel Liceo Classico Andrea d'Oria, si è poi laureata (2015) in Storia dell’Arte e Valorizzazione del patrimonio artistico presso l'Università di Lettere e Filosofia di Genova. Nel 2018 ha completato i suoi studi accademici conseguendo un master in Gestione dei Beni Culturali alla Link campus university di Roma.  Questa raccolta segna il suo esordio.

sabato 20 settembre 2025

#biblioteca / Andromalis & Simone Lucciola - POETA A VENT’ANNI. VITA BREVE, OPERE E SCORRIBANDE DI SERGIO CORAZZINI - Barta

Andromalis & Simone Lucciola
POETA A VENT’ANNI. VITA BREVE, OPERE E SCORRIBANDE DI SERGIO CORAZZINI
Barta edizioni
collana Fumisterie | 22
agosro 2025
pp. 104 ill in b/n, euro 15
ISBN 978-88-98462-97-1


Che strani esseri i poeti, che entrano nelle nostre case e si accoccolano in un angolo e aspettano. Poi offrono parole e toccano pelle e sangue riuscendo così a diventare: amici, amanti, fratelli…
Basta vedere Sergio Corazzini a fumetti di Simone Lucciola e Andromalis.
Corazzini nasce a Roma nel 1886 e muore nel 1907. Crepuscolare, adotta il verso libero, ha un rapporto stretto col quotidiano e con la vita. Scrive con l’anima ma passando per il corpo malato. Moderno quasi all’eccesso, ma con un ancestrale bisogno di antico, scrive: «Tutta la dolce, rassegnata tristezza della mia vita è in un pensiero di morte».
I disegni di Andromalis e le parole di Lucciola ci portano alla scoperta di un poeta che ha rivoluzionato la poesia e nel poco tempo che è vissuto ha sbaragliato pensiero e convenzioni. Di più: il loro viaggio non è solo alla scoperta del rivoluzionario Corazzini, vivo e morto, ma della parola poesia.
È la prima volta che mi capita di ritornare su un poeta, amato e letto, attraverso immagini e frasi che mi obbligano a ricercare il tempo del vivere e l’espressione per dirlo.
«Il mio cuore è una rossa / macchia di sangue dove / io bagno senza possa / la penna…».
(Antonio Veneziani)

Simone Lucciola, Punk-rocker, illustratore e disegnatore underground, giornalista musicale autonomo, dalla fine degli anni novanta ha gestito il punk-webmagazine Lamette.it e la sua costola a fumetti Lamette Comics, fondata con Rocco Lombardi, la cui produzione principale è rappresentata dai due volumi dell’antologia Guida illustrata al frastuono più atroce, uscita nel 2009-2010 e ristampata in un tomo unico con extra e note critiche (In Your Face Comix, Aprilia 2019). È presente su antologie, quotidiani e riviste: «Linus», «Repubblica XL», «La Lettura del Corriere della Sera», Yellow Kim, «AFA», «Puck», «ČAPEK», Fumetti di menare, «Sottoterra», Sostiene Sankara, «Mamma!», «Sherwood Comics», Carne, «Antifa!nzine», «Urbikerz». Ha pubblicato i libri a fumetti LO-FI (GRRRzetic,  Genova 2010) e Campana (a quattro mani con Rocco Lombardi, G.I.U.D.A., Ravenna 20142, contributi di G.C. Millet, P. Pianigiani, G. Neri), e i libri di poesie Disulfiram (Perrone, Roma 2010), Bianco di Titanio (deComporre, Gaeta 20152) e View-Master (Ghenomena, Formia 2018).
«Ti voglio bene, o Abramo, ma tu devi uccidere tuo figlio».

Andromalis (Andrea Malis), ostinatamente underground, ha pubblicato fumetti per le peggiori fanzine e autoproduzioni del mondo, come «Blaspheme», «Outlaw», «Sang d’Ecre», «Agit POP», «VoidZine», «Orange Errance», «Dottor Gibbò», «Interiors», »Nextasy», «Orion», «Snuff Comix», «Antifa!nzine», «Zapruder», «Urbikerz»… e per case editrici più o meno indipendenti come Sotto Mondo, Calamar, Gallucci, Barta, Il Galeone, In Your Face Comix, Yawn Comics, Paginauno, Ortica Editrice, Bordeaux… Ha disegnato volantini e magliette per centri sociali e lotte sindacali, copertine di dischi punk e meno punk, manifesti per festival blues e rave party. Due opere con il collettivo artistico Open Zoo fan bella mostra permanentemente sui muri della Biblioteca Abusiva Metropolitana e del Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz a Roma. Per i nostri tipi ha pubblicato, con Gianluca Diana, Mariem Hassan: Io sono saharaui (3a edizione nel 2023) e, da solo, una delle storie di Pasolini speciale (2023) e due avventura di Mascherina, “il piano nillapizzi”  e igiorninfelici (eh sì, 2023).
«Il futuro non è ancora stato disegnato».



venerdì 19 settembre 2025

#biblioteca / Alessio Vailati - LA MAPPA DEL DOLORE - Il ramo e la foglia

 
Alessio Vailati
LA MAPPA DEL DOLORE
Il ramo e la foglia edizioni
collana Poesia | n. 14
settembre 2025
pp. 136, € 16,00
ISBN 9791280223494


La mappa del dolore è un libro di poesie a tema civile che ripercorre importanti vicende storiche dalla Seconda guerra mondiale ai giorni nostri, affrontando argomenti come la guerra, la povertà, la discriminazione razziale, l’emarginazione, i flussi migratori eccetera.
Si tratta pertanto di un libro attuale imperniato sulle immagini icastiche di trenta tragici avvenimenti che hanno segnato la Storia, immortalati in altrettante fotografie vincitrici del Premio Pulitzer. Pur essendo scaturiti dalle fotografie i testi mantengono una certa autonomia e si occupano del lato umano delle vicende narrate. Non si tratta di testi con giudizi di natura politica ed economica quanto piuttosto di un lungo racconto che getta lo sguardo sulla disumanità di quanto ci accade attorno, pur non toccandoci direttamente.
Il titolo del libro sta a indicare proprio questo percorso, quasi un viaggio nell’inferno dantesco, così tristemente reale e documentato. Le vicende (le immagini) trattate sono trenta e il loro andamento è scandito attraverso un testo guida che si apre in ulteriori sei testi.

*

4. Il ponte sul Taedong, Max Desfor 1951

Il ponte al fluire del Taedong alza
dal poderoso scheletro le travi
fredde d’acciaio. Il vento ostile incalza
una funesta fuga e sferza – in cavi
intrecci – uomini perduti. E come
formiche, in equilibrio sull’abisso
di un’invisa sorte, avanzano - come
resiste il corpo al cuore crocifisso!
Dinanzi al baratro restano in fila:
l’acqua per molti diverrà un eterno
riparo; gli altri in un’altra trafila
caleranno, reduci dall’inferno.


Alessio Vailati è nato a Monza nel 1975 e vive in provincia di Monza e Brianza. È laureato in giurisprudenza. Le sue raccolte di poesia sono: L’eco dell’ultima corda (Lietocolle, 2008), Sulla via del labirinto (L’arcolaio, 2010), Sulla lemniscata – L’ombra della luce (La Vita Felice, 2017), Piccolo Canzoniere privato (Controluna, 2018, Premio Poeti e Narratori per caso 2019 e finalista Premio Marineo 2018), Orfeo ed Euridice (Puntoacapo Editrice, 2018), Hirosaki (Lietocolle 2019, plaquette), Il moto perpetuo dell’acqua (Biblioteca dei Leoni, 2020), Lungo la muraglia (Bertoni editore, 2020), Luci da Oriente (Nulla Die edizioni, 2021). È autore del romanzo Ninfa alla selva (Robin, 2024).


Ronzani celebra il Decennale della Festa della Poesia alla Casa sul Piave di Goffredo Parise

 

La fine dell’estate porta con sè uno dei nostri appuntamenti più attesi: la Festa della Poesia, giunta quest’anno alla X edizione. Ogni anno ci riuniamo lungo le rive del Piave anche per ricordare il grande intellettuale e poeta Goffredo Parise, scomparso il 31 agosto 1986. Dedichiamo a lui, alla memoria delle sue grandi opere, questo appuntamento che di anno in anno ha portato sempre più affezionati in questo luogo incantato.
A partire dalle 17,30, i poeti pubblicati nell’ultimo anno, nelle collane dedicate alla poesia di Ronzani Editore, si susseguiranno nelle letture di alcuni loro versi: Simona Garbarino con Taccuino delle molte me, Zelda S. Zanobini con Scarpe di vetro, Mauro Sambi con Cura, Pasquale Vitagliano con L’amore, a volte, Fabrizio Cavallaro con Dico di te, Marco Bellini con L’orizzonte che ci spetta, Davide Belgradi con Rizoma. In anteprima verrà presentata anche l’opera poetica omnia di Assunta Finiguerra, curata da Elena Valentina Maiolini: Le poesie. Raccolte edite e versi sparsi.

Sabato 6 settembre, nell’ambito del festival ‘Poesia sotto i Gelsi’, ideato e organizzato da Moreno Vidotto, torneremo sulle rive del Piave, a Salgareda, in quella casetta incantata che nel 1981 Goffredo Parise scelse come sua dimora e dove trovò ispirazione per una delle sue opere più importanti, i Sillabari.
Sarà anche l’occasione per festeggiare insieme l’importante riconoscimento ricevuto dall’opera di Mauro Sambi Cura, che quest’anno ha vinto il prestigioso premio LericiPea “Edito”.
“Una storia iniziata ormai dieci anni fa”, commenta Beppe Cantele, direttore di Ronzani. “Dieci anni di amicizie, incontri e tanta poesia, con oltre cinquanta poeti pubblicati. E quest’anno, grazie al riconoscimento ricevuto da uno dei più prestigiosi premi italiani per la poesia, il Premio LericiPea, conferito a Cura di Mauro Sambi, non potremmo essere più fieri di portare avanti con passione e convizione questa nostra idea di editoria”.
Vi aspettiamo sabato 6 settembre, dalle 17,30, a Salgareda, in quel «piccolo Eden profumato di sambuco», come scriveva Parise, per rivere insieme un anno di poesia Ronzani.
Al termine delle letture vi invitiamo a fermarvi con noi per il consueto momento conviviale. Vi consigliamo di arrivare con un po' di anticipo per assicurarvi un posto a sedere.
In caso di maltempo, l’evento si terrà presso l’Auditorium P. Campaner, a Ponte di Piave in via Verdi.
Per qualsiasi informazione relativa all’evento potete contattarci via e-mail scrivendo a libri@ronzanieditore.it, oppure chiamando al numero 333184 9179.


#biblioteca / Andrea Zanzotto, Attilio Zambon - IL FATTO CHE IL MALE ESISTE MI ANGUSTIA - Molesini


Andrea Zanzotto - Attilio Zambon
IL FATTO CHE IL MALE ESISTE MI ANGUSTIA
Carteggio (1937-1947)
a cura di Silvia Volpato e Giovanni Zanzotto
introduzione di Francesco Zambon
Molesini editore Venezia
settembre 2025
Pagine 128 - Euro 15,00


È qui pubblicato quanto è rimasto del carteggio intercorso fra Andrea Zanzotto e l’amico d’infanzia e concittadino Attilio Zambon, di quattro anni maggiore di lui, fra il 1937 e il 1947, con l’aggiunta di alcune lettere scambiate fra Zanzotto e due fratelli di Attilio, Zoila e Giuseppe. In questo materiale è anche compresa una poesia inedita di Andrea Zanzotto dedicata allo stesso Attilio e probabilmente inclusa in una delle lettere: è una delle sue più antiche liriche note. Si tratta di documenti di grande interesse, perché testimoniano quella che Andrea Cortellessa ha chiamato la “archeologia” di Zanzotto, le idee e i progetti del poeta ancora adolescente, le sue prime importanti letture filosofiche e letterarie (Kirkegaard, Heidegger, le Lettere di san Paolo, i poeti italiani e francesi contemporanei), quella che si può chiamare una vera adorazione del paesaggio natale (acuitasi durante l’allontanamento da Pieve di Soligo per il servizio militare), le difficoltà e le ansie nell’immediato dopoguerra per la ricerca di un lavoro (alcune lettere sono inviate dalla Svizzera, dove Zanzotto era emigrato in cerca di occupazione). Il dialogo con Attilio, verso il quale egli mostra una grande confidenza e talvolta anche un poco di soggezione, è molto diretto e sincero e fa emergere alcuni tratti profondi del carattere di entrambi: solido nelle sue convinzioni e nella sua fede Attilio (almeno così appare all’amico) e insicuro e tormentato nella sua ricerca spirituale e nelle sue precoci aspirazioni artistiche Andrea. Particolarmente preziose sono alcune riflessioni di quest’ultimo su temi filosofico-religiosi che, insieme a quello del paesaggio, torneranno poi variamente declinate in tutta la sua opera.
 
Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo 1921 – Conegliano 2011) è una figura centrale della poesia contemporanea, non solo italiana. Esordì nel 1951 con Dietro il paesaggio, cui seguirono numerosi altri volumi di poesia. Tra i più importanti e famosi Vocativo, IX Ecloghe, La beltà, Il Galateo in bosco, Filò: tutte le sue poesie sono raccolte nel volume dei Meridiani Mondadori Le poesie e prose scelte (1999) e nell’Oscar Tutte le poesie (2011). È autore anche di racconti, di traduzioni e di saggi (in gran parte riuniti, questi ultimi, nei due volumi Mondadori Scritti sulla letteratura, 2001).
 
Attilio Zambon (Possagno 1917 – Treviso 1991) si trasferì da piccolo con la famiglia a Pieve di Soligo, dove visse fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, stringendo una profonda e duratura amicizia con Andrea Zanzotto. Si laureò in Matematica e Fisica all’Università di Padova con Giuseppe Zwirner. Dopo la fine della guerra, durante la quale fu fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in vari campi di concentramento, trasferitosi a Venezia con la famiglia insegnò Matematica e Fisica nei licei e terminò la sua carriera come preside. Fu anche autore di un saggio sui Contributi della matematica ad una teoria unitaria dei fenomeni fisici e biologici (1962), dedicato al matematico Luigi Fantappiè.
 
Il libro verrà presentato 
da Giovanni Zanzotto e Francesco Zambon
in dialogo con Andrea Molesini (nella foto a destra)
DOMENICA 5 OTTOBRE alle ore 11.30
al Castello di Susegana (TV)
nell'ambito della Mostra dell'editoria "Libri in cantina"


#biblioteca / Mohammed Bennis - TRA NOI, ARIA - emuse

 
Mohammed Bennis
TRA NOI, ARIA
traduzione di Jolanda Guardi e Hocine Benchina
emuse
collana disàmara
settembre 2025
pp. 144, euro15,20
ISBN 9791282248105

 
Tra noi, aria di Mohammed Bennis, uno dei maggiori poeti arabi contemporanei, prende le mosse dal pensiero di Anassimene, il filosofo presocratico che nell’opera Sulla natura indicava l’aria come arché, principio primo e soffio vitale da cui tutto ha origine. Nell’universo poetico di Bennis l’aria non è tuttavia solo elemento originario ma anche il luogo in cui l’Io e il Tu si incontrano.
«Per noi, incontrare un altro è la capacità di resistere a ciò che le anime deboli non possono. Lasciamo il fango, eleviamoci un po’ più in alto nell’aria di montagna o nelle profondità dell’aria.»
In questo respiro condiviso, la poesia è appello, invito a ritrovarsi, liberati dalle molteplici schiavitù a cui la cultura dell’utile ci costringe.
Il luogo della resistenza è il luogo della poesia. È il luogo della sua presenza, nel tempo, contro il tempo. Non addolcisce la durezza della vita: vi si oppone, la attraversa in un atto di fedeltà assoluta a sé stessa.
Nei testi affiorano visioni potenti, in cui meditazione filosofica e testimonianza esistenziale si fondono nelle riflessioni sull’amore, l’amicizia, le radici, il linguaggio e la poesia stessa.
Un libro in cui la poesia invita a sollevarsi “nelle profondità dell’aria” e a incontrarsi in una purezza che resiste.

«Quest’aria è lenta
nel lavare le parole. La notte una
calma di cui sento
il fluire. Più mi
avvicino più è impaziente
la mia mano.
Getterò la distanza fra le nostre notti in
acqua a sciogliersi.
Non c’è acqua tranne la poesia

«È un miracolo quest’aria
il suo nitore tra le due rive include
l’Oriente e l’Occidente della terra
nessuna barriera fra te e l’altro da te, qui
uccelli migratori
trasportati dall’aria in una linea
intima nel cielo. Un dire
di azzurro infinito
ascolta
la terra
 
Mohammed Bennis, nato a Fez in Marocco, è uno dei maggiori poeti arabi contemporanei. Professore e intellettuale influente, ha fondato nel 1974 la rivista culturale d’avanguardia Al-Thaqafa al-giadida (Nuova cultura), che ha svolto un ruolo significativo nella vita culturale marocchina ed è stata messa al bando nel 1984. Nel 1985 ha dato vita alla la casa editrice Dar Tubkal, tuttora attiva. Nel 1999 l’UNESCO ha accolto la sua proposta di istituire la Giornata mondiale della poesia che da allora si celebra il 21 marzo di ogni anno. Autore molto prolifico, ha pubblicato numerose raccolte poetiche, oltre a saggi sulla poesia araba moderna e contemporanea e traduzioni dal francese di opere poetiche e saggi, tra cui Un coup de Dés di Stephane Mallarmé. Le sue poesie, tradotte in molte lingue, riflettono una visione colta, aperta e profondamente moderna.

Jolanda Guardi è docente di traduzione e letteratura araba. Nel 2010 ha ottenuto il premio Internazionale Benhaduga per la traduzione dall’arabo (Algeria) e, nel 2011, il Custodian of the Two Holy Mosques International Award for Translation (Arabia Saudita). Con Hocine Benchina ha curato l’edizione italiana de Le Mu‛allaqāt (Almutawassit Books, 2023). Per emuse ha tradotto con Luisa Franzini la raccolta di Samer Abu Hawwash Dal fiume al mare (2024) e quella di Raed Wahesh Il libro degli assenti (2025).
 
Hocine Benchina, interprete e traduttore, insegna lingua araba e traduzione attiva presso unilimec Milano ed è membro fondatore del Centro Studi Ilà© per la Certificazione delle competenze in lingua araba, per il quale ha pubblicato i volumi per i livelli A1, A2, B1, B2. Nel 2011 ha ottenuto il Custodian of the Two Holy Mosques International Award for Translation. Con Jolanda Guardi ha curato l’edizione italiana de Le Mu‛allaqāt (Almutawassit Books, 2023).





IV Festival Nontìscordàrdimé in memoria di Ivan Fassio

 

Il 27 e 28 settembre 2025 Agliano Terme si prepara a ospitare la quarta edizione del festival Nontìscordàrdimé, un evento che celebra la creatività e la libertà espressiva ispirandosi alla figura di Ivan Fassio, poeta, performer e artista, originario di questa località, patrimonio dell'Unesco. L'evento prende nome dalla sua ultima raccolta di poesie, pubblicata postuma da El Doctor Sax.
Ivan, scomparso nel 2020, ha lasciato un'eredità indimenticabile attraverso il suo Spazio Parentesi a Torino, un autentico flusso di coscienza performativo dove artisti di ogni genere potevano esprimersi liberamente, intrecciando le loro vite e le loro opere.
L'evento, proposto da Spazio Parentesi e fortemente voluto dall'associazione aglianese Barbera Agliano, sarà ospitato dagli spazi della Terrazza del Bar La Dolce Vigna, Locanda San Giacomo e Baart, con il sostegno e il Patrocinio del Comune di Agliano Terme.
Il festival si aprirà sabato 27 settembre alle ore 15 con un laboratorio di illustrazione poetica, dedicato a tutte le età, dai 5 ai 99 anni, e curato dall’illustratore Stefano Porro, del collettivo Pikitanka. Questo incontro si terrà sulla Terrazza del bar La Dolce Vigna e offrirà un'opportunità unica per esplorare le connessioni tra poesia e immagini in un’atmosfera informale e stimolante.
Alle 17 la manifestazione proseguirà con l’inaugurazione del murale di Sarah Bowyer, vincitrice della seconda edizione del Premio Ivan Fassio, che va ad aggiungere un'opera alle altre tre presenti tra le vie del comune di Agliano Terme, con i versi delle poesie di Ivan, interpretati da vari artisti come Marco Memeo, Francesco Levi e Gosia Turzeniecka. L’opera sarà svelata in Piazza San Giacomo, un momento di grande significato che onorerà la memoria di Fassio attraverso l’arte visiva.
La serata continuerà con Buonanotte Performance Live, che avrà luogo alle 18 presso BAart. Un evento imperdibile, che vedrà sul palco Bernardo Zannoni e Luca Ragagnin. Due scrittori specialisti della sperimentazione che, al ritmo del battito della macchina da scrivere di Mr. Moustacchio e alternandosi ai cortometraggi del ciclo Buonanotte realizzati da Zannoni, daranno vita a un atto performativo punteggiato di parole.

Prima di proseguire verso la sera, alle 19 gli ospiti potranno godere della musica di TheBorderlive, con la proposta di aperitivo (a pagamento) a cura della Locanda San Giacomo, nel giardino della locanda.
La musica prenderà il centro della scena alle 20:45 con il concerto di MAELSTRÖM, seguito dal progetto Earthphonia di MaxCasacci, previsto per le 21:30 in BAart, che rappresenta un viaggio sonoro che attraversa le profondità degli abissi fino alla frenesia della stazione centrale di Milano, mescolando musica e videoarte in un'esperienza multimediale unica che non lascerà indifferenti i presenti.
Domenica 28 settembre, il festival offrirà un ulteriore motivo per festeggiare, con il vernissage della mostra personale di Gosia Turzeniecka dal titolo Intempo, previsto per le 12 nella sede di BAart, in Piazza San Giacomo. La mostra sarà poi visitabile dal 28 settembre al 9 novembre negli orari di apertura dello spazio.
La realizzazione della quarta edizione del Festival è stata possibile anche grazie alle attività del territorio e agli sponsor che hanno sostenuto l'iniziativa: Poderi Rosso Giovanni, Dacasto Duilio, Osteria la Milonga, Villa Mucci, Locanda San Giacomo, Cascina tre botti, SE16DICI.
Nontìscordàrdimé non è solo un festival in ricordo del lavoro artistico di Ivan Fassio, ma anche un modo per dare continuità alla sua visione valorizzando il potere dell’arte di unire e trasformare grazie alla sperimentazione tra immagini, suono e parole.


A coronamento dell’intenso programma della quarta giornata di Prospettiva Dante 2025, sabato 20 settembre il Premio 'Musica e Parole'



La XIV edizione di Prospettiva Dante, il festival interamente dedicato al Poeta promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, prosegue sabato 20 settembre per una giornata ricca di appuntamenti che dimostrano, ancora una volta, la straordinaria capacità del festival di intrecciare ricerca, alta divulgazione e arti dello spettacolo in una trama viva e sempre sorprendente. Alle 17.30 la Commedia è in scena con la performance di Virginio Gazzolo (nella foto in alto) che restituisce al pubblico la forza drammatica di tre grandi figure archetipiche dell’Inferno dantesco. A seguire spazio alla ricerca con il filologo Paolo Squillacioti e la sua analisi del dialogo fra il Poeta e tradizione trobadorica. La serata si apre invece alle 21 con un confronto fra Dante, Lord Byron e Lorenzo Da Ponte, il librettista di Mozart, grazie a Vincenzo De Angelis, Amerigo Fontani e Marcello Prayer. Infine, immancabile, il Premio Musica e Parole, che quest’anno sarà consegnato alla cantante e ricercatrice musicale Tosca. Tutti gli appuntamenti sono nei Chiostri Danteschi accanto alla Tomba del Poeta e a ingresso libero. 
Alle 17.30 siamo invitati a intraprendere un viaggio drammatico attraverso tre dei personaggi più memorabili della Commedia, ovvero Ulisse, il consigliere fraudolento, cercatore di conoscenza oltre ogni limite, Ugolino, figura del dolore e della ferocia umana, e Lucifero, il male assoluto nel glaciale cuore dell’abisso: con il suo Pas de trois infernal, Virginio Gazzolo, decano degli interpreti danteschi, dà corpo e anima a questi archetipi tragici, in un intreccio di poesia e teatro che rinnova l’eco dei versi danteschi.
 
A seguire un appuntamento in tema con il titolo di questa XIV edizione: con Luce fuoco ardore. I trovatori nella Commedia, Paolo Squillacioti, filologo romanzo e direttore dell’Opera del Vocabolario Italiano del CNR, ci accompagna in una viva indagine sui trovatori incontrati nel viaggio oltremondano, sulle ragioni della loro collocazione nelle tre cantiche e sulle sottili connessioni e simmetrie che legano le loro rappresentazioni: da Bertran de Born, esaltato per la liberalità nel Convivio ma punito fra i seminatori di discordie nell'Inferno, a Arnaut Daniel, maestro indiscusso dello stile poetico più raffinato e vertice assoluto della letteratura cortese che pure deve emendarsi nel fuoco purgatoriale, fino a Folchetto di Marsiglia, l'unico poeta rappresentato nella terza cantica per aver saputo orientare al bene divino la sua esperienza poetica. Esperto in particolare della letteratura galloromanza e italiana medievale ma studioso anche di letteratura contemporanea, dal 2020 Squillacioti dirige l’impresa del Vocabolario storico della lingua italiana dalle Origini alla morte di Boccaccio (Tesoro della Lingua Italiana delle Origini).
 
Alle 21 Vincenzo De Angelis, Amerigo Fontani e Marcello Prayer propongono Come in un giuoco di specchi: Dante, Lord Byron e Lorenzo Da Ponte, dialogo animato attorno alla traduzione che nel 1819, mentre si trovava a New York, il librettista di Mozart propose della Profezia di Dante composta da Byron proprio a Ravenna, ispirato dall’amata Teresa Guiccioli. 
 
La performance precede la consegna del Premio Musica e Parole a Tosca. Tra le voci più intense e versatili della scena italiana e non solo, in oltre trent’anni di carriera Tosca ha saputo portare in scena un raffinato repertorio dove la musica italiana si contamina di altre culture, anche attraverso collaborazioni con artisti come quelli che hanno contribuito al disco Morabeza, con cui nel 2020 ha ottenuto due Targhe Tenco. Dal 2022 è inoltre supervisore artistico dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, il Laboratorio e HUB culturale della Regione Lazio che dal 2015 ha guidato come coordinatore e direttore della sezione Canzone. 


A Ravenna, Tosca (nella foto in alto di Fabio Lovino) conversa con Domenico De Martino, direttore di Prospettiva Dante, e regala al pubblico alcune sue interpretazioni, accompagnata da Giovanna Famulari al violoncello, Massimo De Lorenzi alla chitarra e Luca Scorziello alle percussioni. «Il verso che più̀ sento mio è l’amor che move il sole e l’altre stelle – Tosca ha raccontato in una recente intervista  – L’amore per il lavoro e per ciò che ci circonda, perché è l’amore a generare altro amore. Una volta in un’omelia sentii dire: Oggi il bene non va di moda, e lo stesso vale per la musica autentica: non dobbiamo limitarci a intrattenere, ma avere il coraggio di dire al mondo che ci siamo». 
 
Il festival continua domenica 21 settembre:  alle 11, il programma di eventi si conclude con il Premio Dante Web, introdotto nel 2024 e quest’anno conferito allo storico dell’arte Jacopo Veneziani, già beniamino della rete e del piccolo schermo (è ospite fisso di In altre parole di Massimo Gramellini e ha debuttato a giugno sui Rai 3 il suo Vita d’artista). A Ravenna discuterà Il cammino di Dante nella storia dell’arte.
 
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero, fino a esaurimento posti disponibili
In caso di pioggia, gli eventi previsti saranno ospitati al Teatro Alighieri


giovedì 18 settembre 2025

#biblioteca / Marco Ferrazzoli - RIDUZIONE DEL DANNO - gattomerlino

 
Marco Ferrazzoli
RIDUZIONE DEL DANNO
Rime, versi, distici ed epigrammi

gattomerlino edizioni
settembre 2025
pp, 154, euro 14
ISBN 9788866832089 


Siamo invasi da libri che promettono di farci superare le crisi, da manuali per uscire dalla depressione e per realizzare i nostri sogni, perché “possiamo farcela, basta crederci”, da consigli per l’auto-aiuto e per pensare positivo. Con Riduzione del danno, finalmente, un efficace supporto per peggiorare il nostro umore: un’àncora, sì, ma per andare ancora più a fondo. Una raccolta di versi che è un’iniezione di sarcasmo, però letale.
 
La parola che manca

Poi c’è tutto il resto, quello non detto
l’amore, l’affetto che batte, che pulsa nel petto.
Ma le parole, quelle escono a taglio, da sole:
dotate di vita propria e di punte acuminate
– come lance, come spade – feriscono, squartano
e provocano emorragie. Le tue come le mie.
Così restiamo a leccare, a guardare il sangue
mentre cola, incapaci di pronunciarla
quella sola parola che tutto potrebbe guarire

Marco Ferrazzoli si è diplomato come geometra, laureato in Lettere e masterizzato in Psicologia di consultazione e Comunicazione istituzionale, sempre col massimo dei voti. È giornalista professionista da tanto tempo che non ha più posto per i bollini sul tesserino e per 18 anni è stato Capo ufficio stampa del CNR di cui è un dirigente tecnologo, attualmente in comando alla Presidenza del Consiglio. Insegna Comunicazione della conoscenza all’Università di Roma Tor Vergata, al Master di Comunicazione scientifica dell’Università di Parma e laddove lo chiamino. I titoli e l’età da boomer non hanno scalfito la sua capacità di dire e scrivere stupidaggini, alle quali spera solo di conferire un minimo di suono e di senso. È autore di alcuni libri (Pandemia, infodemia, Parola di scienziato, Il Superdisabile, Non solo don Camillo, L’eretico della risata, Padania, Italia, Cos’è la destra, MIllenani, salvo altri) e di un imprecisato numero di articoli, saggi e multimediali. Prima di Riduzione del danno, era già finito nel girone infernale dei poetanti con Macchie di Rorschach.


Giovedì 25 settembre alle ore 18 allo Spazio Gattomerlino
Borgo Vittorio 95, Roma
Il poeta Niccolò Carosi, con l’editrice Piera Mattei e il vignettista Fabio Magnasciutti presentano
“Riduzione del danno - Rime, versi, distici ed epigrammi” di Marco Ferrazzoli
sarà presente l’autore che leggerà le poesie con l’attore Claudio Alfonsi
 
L'autore è convinto che l'età non abbia scalfito la sua capacità di dire stupidaggini, cui spera di conferire un minimo di senso e di suono. Questa raccolta di versi è un'iniezione di sarcasmo, ma letale. Un'àncora, per andare ancora più a fondo.
Per riprendersi, al termine verrà offerto un bicchiere di vino


mercoledì 17 settembre 2025

SATTA Sebastiano (1867 - 1914)



Sebastiano Satta noto Pipieddu (Nuoro, 21 maggio 1867 – Nuoro, 29 novembre 1914) è stato un poeta, scrittore, avvocato e giornalista italiano.
Il poeta nacque a Nuoro il 21 maggio 1867 dall'avvocato Antonio Satta e da Raimonda Gungui. A soli cinque anni perdette il padre, e la madre dovette quindi provvedere con sacrificio (sola/ e triste come l'aquila selvaggia/che nutre i figli sulla rupe) ad allevare il piccolo Sebastiano e il fratello di lui, Giuseppino, divenuto poi alto funzionario al Ministero della Giustizia.
Nel 1893, mentre era studente nell'ateneo sassarese, fondò con Gastone Chiesi il giornale L'Isola (1893-1894), sui principi del memorandum di Dario Papa, dove firmava i capocronaca Povero Yorick (dal nome del personaggio del Viaggio sentimentale di Laurence Sterne.
Nel 1908 si ammalò, lasciando l'attività forense a causa della paralisi (probabilmente causata dal botulino), che lo aveva privato della possibilità di parlare, tuttavia intellettualmente perfettamente lucido, dedicò il resto della sua vita a scrivere poesie.
Non è un personaggio che ha avuto molta fama a livello italiano ma per la Sardegna ha molta importanza; i nuoresi lo ricordano per la sua capacità di stare vicino alle persone più umili cogliendo problemi, vizi e virtù del popolo barbaricino di quel periodo. Durante il servizio militare a Bologna ebbe modo di avvicinarsi alla poesia di Carducci dalla quale fu molto influenzato.
Satta ha raccontato la vita sarda e quella nuorese con occhi critici; infatti era avvocato, giornalista, cultore della lingua e cultura sarda e autore anche di poesie in sardo, fra le quali resta molto cara ai nuoresi Su battizu (il battesimo in lingua sarda) eseguita in canto dal Coro di Nuoro. Nel comune di Nuoro è presente una piazza monumentale costruita nel 1967 dallo scultore Costantino Nivola intitolata a Sebastiano Satta.
Colpito da paralisi in ancora giovane età, il poeta visse gli ultimi sei anni in dolorosa immobilità, morendo a Nuoro, nel 1914, a soli 47 anni.

Cala Gonone

Ecco la luna: tra i cespugli roridi
L’aura notturna mormorando va,
Come un sospiro della diva, un alito
Effuso a notte per l’immensità.

Lontano piange il mare. Di quante anime
Dolenti suona il pianto in quel fragor?
Quanti sogni d’amanti anime passano
Sull’aure, dentro questo cheto albor?


Sull’Ortobene

Meriggiano le pecore e i pastori.
Elci e felci non fremono a una stanca
ala di vento; il mare si spalanca
da Monte Bardia fino a Galtelli.

L’ombra di un volo e un grido di rapina:
l’aquila. Con un dondolio lento
si rimescola il branco sonnolento:
l’ombra dilegua in seno al mezzodì.


Notte del salto

Null’altro sentivo che i colpi
Dell’irto cignale negli elci:
Un lento brusire di felci
E a tratti il bramir delle volpi.

Il fuoco taceva. I guardiani,
Ravvolti nei manti di albagio,
Seguivan nel sonno il randagio
Vagar delle greggi e dei cani.

Quand’ecco, nel cielo senz’astri,
Vibrò dagli ovili vicini
Il vigile urlìo dei mastini
E un largo sfrascar d’oleastri;

E giù dalla vetta soprana
Al nostro bivacco, tra i radi
Ginepri, volgendosi ai guadi
Notturni, passò la bardana.

da Canti barbaricini, 1910



martedì 16 settembre 2025

#stranieri / CHRISTENSEN Inger (1935 - 2009)


Inger Christensen (Vejle, 16 gennaio 1935 – Copenaghen, 2 gennaio 2009) è stata una poetessa, scrittrice e saggista danese, più volte candidata per il Nobel. Nota soprattutto per le raccolte poetiche Alfabet e Det (tradotta in Inglese It), nella quale affronta quelle tematiche filosofiche, estetiche e sociali che, nel 1969, interessavano l'opinione pubblica danese: fu per questo insignita del premio De Gyldne Laurbær - e Det divenne così libro danese dell'anno.
Nel 1981 tentò una combinazione di proporzione numerica - ricorrendo alla sequenza di Fibonacci -, metrica e poeticità nella raccolta Alfabet: trattava, soprattutto, l'eventuale conflitto nucleare e la conseguente devastazione ecologica, in una crescita e decrescita di elementi che contribuiscono a descrivere il disastro finale. Alla traduttrice in Inglese Susanna Nied (2001) è stato conferito il PEN Translation Prize.
Nel 1991 pubblicò Sommerfugledalen: Et requiem (tradotto in italiano da Bruno Berni come La valle delle farfalle, Donzelli Editore 2015), una corona di sonetti poi inserita nel Kulturkanonen - un'iniziativa promossa dal Ministro della Cultura danese Brian Mikkelsen, che voleva così raccogliere le eccellenze tra le produzioni dell'intelletto danese.
Nel 1978 è stata accolta, come membro, nella Kongelige Danske Videnskabernes Selskab (l'Accademia reale danese). Nel 1994 è poi diventata membro dell'Académie Européenne de Poésie e nel 2001 dell'Akademie der Künste di Berlino.
Nel 1991 ha vinto il Grand Prix des Biennales Internationales de Poésie e, nello stesso anno, anche il Rungstedlund Award. Nel 1994 ha poi vinto il prestigioso Staatspreis für Literatur del Governo austriaco e, sempre nello stesso anno, il "Piccolo Nobel", che l'ha consacrata tra le eccellenze scandinave. Nel 1995, ancora, ha vinto l'European Poetry Prize, nel 2001 l'America Award, nel 2006, in Germania, il Siegfried Unseld.

Coperta dal profumo della piana
la fioritura nel marcio s’avvia,
nell’ombra, nell’intreccio, è un’insana
incolta, labiricintica idiozia

così farfalla cela col suo volo
d’esser legata al corpo dell’insetto,
crediamo che sia un fior che lascia il molo

come se quando bombice o civetta,
che vola superando quel colore,
a noi lanciasse un rebus che ci ometta

che tutto ciò che l’anima ha sperato
di là da tutto è simmetria e dolore
come atalanta, antiopa ed erato.

(Traduzione di Bruno Berni)

da “La valle delle farfalle”, Donzelli Editore, 2015


***


Salgono, le farfalle del pianeta,
come pigmento dal calor del suolo,
cinabro, ocra, oro e giallo creta,
di chimici elementi emerso stuolo.

È questo batter d’ali un’adunata
di particelle di luce in un miraggio?
È dell’infanzia l’estate già sognata
rifratta come in differito raggio?

No, è l’angelo di luce che dipinge
se stesso come apollo e limenite,
come papilio, macaone e sfinge.

Le vedo con la mente mia malsana,
tal piume da piumino d’afa uscite
a Brajčino nell’aria meridiana.


(Traduzione di Bruno Berni)

da “La valle delle farfalle”, Donzelli Editore, 2015


PROSPETTIVA DANTE: «VERSI D’AMORE E PROSE DI ROMANZI». Mercoledì 17 settembre l’inaugurazione della XIV edizione del festival che Ravenna dedica al Poeta

 

Dal sublime al comico, dal quotidiano al patetico, attraverso i territori semantici più disparati, Dante fa del volgare italiano il versatile strumento di una poesia capace di parlare di tutto e a tutti. In un solo caso nella Commedia ricorre a un’altra lingua moderna– nel canto XXVI del Purgatorio, otto versi in provenzale danno voce al poeta Arnaut Daniel, che nella sua lingua superò chiunque altro in «versi d’amore e prose di romanzi». È proprio questo verso 118  del canto a prestarsi come titolo della XIV edizione dell’unico festival interamente dedicato al Poeta. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, Prospettiva Dante è in scena a Ravenna dal 17 al 21 settembre per invitarci a scoprire e riscoprire le radici dantesche di un’idea di cultura e letteratura come sede di un’esemplare e tuttora attuale tensione spirituale e morale, che si fa anche linguistica. Per tornare a tessere insieme ricerca, alta divulgazione e arti dello spettacolo, quest’anno le cinque giornate di incontri ed eventi contano su ospiti come Paolo Rumiz, Tosca, Jacopo Veneziani, Gabriele Lavia, Roberto Mercadini, dom Bernardo Gianni, Paolo Squillacioti, Gregorio Nardi, Virginio Gazzolo, Amerigo Fontani, Marcello Prayer, Vincenzo De Angelis… Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e in programma nella “casa” del festival, i Chiostri Danteschi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio, accanto alla Tomba del Poeta. 


L’apertura del festival è mercoledì 17 settembre, alle 17.30 con i saluti di Mirella Falconi Mazzotti (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Rosario Coluccia (membro del Consiglio direttivo dell’Accademia della Crusca e fra i coordinatori del comitato di direzione del Vocabolario Dantesco della Crusca) e Domenico De Martino (direttore di Prospettiva Dante). Protagonista della giornata di apertura è un maestro del teatro italiano quale l’attore e regista Gabriele Lavia (nella foto in alto), che si confronterà con le parole di Dante, mettendo al servizio del Poeta quel suo approccio al contempo rigoroso e intenso che ne ha fatto un indimenticabile interprete di classici della scena e non.
  

Alle 21 Roberto Mercadini (nella foto in alto) propone Un monologo per Dante: «più nobile è il volgare». L’affabulatore, drammaturgo, scrittore e youtuber cesenate non è certo nuovo al confronto con figure ed eventi chiave della Storia attraverso la forma del monologo. Che si tratti di celebrare il genio di Leonardo da Vinci o prestare voce all’Eneide, ricostruire la storia della bomba atomica o discutere di filosofia, evoluzionismo, felicità, testi biblici, ingegno e ossessione, Mercadini è sempre un narratore d’eccezione, capace di dosare competenza e ironia, senso critico e meraviglia. Il festival continua fino a domenica 21 settembre. 


Giovedì 18 Gregorio Nardi (foto in alto) è ideatore e interprete di un recital pianistico dal titolo «Donne ch’avete intelletto d’amore». Le donne di Dante nella musica del Romanticismo, attraverso compositori come Liszt e Prokof’ev e pagine meno note come quelle di Hans von Bülow, Hermann Goetz, Antonio Scontrino e Teodulo Mabellini. Il concerto introduce il Premio Dante-Ravenna, quest’anno destinato al giornalista e scrittore “errante” Paolo Rumiz. Venerdì 19 settembre alle 17.30 dom Bernardo Gianni, Abate dell’Abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, guida la riflessione sul tema Caritas, bellezza e tempo tra Dante. 


Sabato 20 settembre con il suo Pas de trois infernal, il decano degli interpreti danteschi Virginio Gazzolo dà corpo e anima ai tre archetipi tragici di Ulisse, Ugolino e Lucifero. A seguire, Paolo Squillacioti, esperto linguista e direttore dell’Opera del Vocabolario Italiano del CNR, ci invita a esplorare il rapporto tra Dante e la lirica occitana. La performance Come in un giuoco di specchi: Dante, Lord Byron e Lorenzo Da Ponte con Vincenzo De Angelis, Amerigo Fontani e Marcello Prayer precede la consegna del Premio Musica e Parole a Tosca (nella foto in alto). Domenica 21 settembre il programma si conclude con il Premio Dante Web, conferito allo storico dell’arte Jacopo Veneziani, già beniamino della rete e del piccolo schermo. A Ravenna discuterà Il cammino di Dante nella storia dell’arte.
 
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero, fino a esaurimento posti disponibili
In caso di pioggia, gli eventi previsti saranno ospitati al Teatro Alighieri

MOSCE' Alessandro (1969 - viv.)

 

Alessandro Moscè è nato ad Ancona nel 1969 e vive a Fabriano. Si occupa di letteratura italiana. Ha pubblicato le raccolte poetiche L’odore dei vicoli (I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme, 2005), Stanze all’aperto (Moretti & Vitali, Bergamo, 2008), Hotel della notte (Aragno, Torino, 2013, Premio San Tommaso D’Aquino), La vestaglia del padre (Aragno, Torino, 2019) e Per sempre vivi (Pellegrini, 2024, Premio Poesia del Mezzogiorno). E’ presente in varie antologie e riviste italiane e straniere. I suoi libri di poesia sono tradotti in Francia, Spagna, Romania, Stati Uniti, Argentina e Messico. Ha pubblicato il saggio narrato Il viaggiatore residente (Cattedrale, Ancona, 2009) e i romanzi Il talento della malattia (Avagliano, Roma, 2012), L’età bianca (Avagliano, Roma, 2016), Gli ultimi giorni di Anita Ekberg (Melville, Siena, 2018, finalista al Premio Flaiano) e Le case dai tetti rossi (Fandango, Roma 2022, Premio Prata). Ha dato alle stampe l’antologia di poeti italiani contemporanei Lirici e visionari (Il lavoro editoriale, Ancona, 2003); i libri di saggi critici Luoghi del Novecento (Marsilio, Venezia, 2004), Tra due secoli (Neftasia, Pesaro, 2007), Galleria del millennio (Raffaelli, Rimini, 2016), l’antologia di poeti italiani del secondo Novecento The new italian poetry (Gradiva, New York, 2006) e la biografia Alberto Bevilacqua. Materna parola (Il Rio, Mantova, 2020). Ha ideato il periodico di arte e letteratura “Prospettiva” e scrive sul quotidiano “Il Foglio”. Ha diretto il Premio Nazionale di Narrativa e Poesia “Città di Fabriano”.
(dal sito personale  www.alessandromosce.com)



Abbraccio domenicale

Questi rami schermo di un vento che spinge,
soffici sotto la pioggia a sprazzi
in un marzo di piccioni e merli,
ancora qui, nel mio giardino invisibile
di panchine e nonnulla,
di anfratti dove le mani si perdono
nell’angelo degli adolescenti.
Qui dove morire è esistere
nell’abbraccio domenicale di un selfie
e nell’ansia prima delle partite,
nella calma desolata, sottile,
rimasta a mezza altezza nello stradino
dove le badanti dell’est confabulano
prima di aprire l’ombrello.
Qui, dove nessuno potrebbe smettere
di amare il bambino che è stato
correndo sui pattini a rotelle
o calciando il pallone per un tiro a effetto.
Qui, dove è facile innamorarsi di un lampo
che rispecchia volti e capelli,
ciò che rimarrà nella galleria di un iPhone



Diciamole ancora due cazzate

Diciamole ancora due cazzate,
come quelle pallavoliste salate di mare
e quei padri sui pattini per la gioia dei figli piccoli
con il suono dell’iPad che fa l’eco nella voce
e sulla scia della sabbia di un’altra estate finita.
Ma le coppie al sole si odiano o si amano?
Qualcuno vorrebbe scappare nella hall dell’albergo
dove le ragazze sono sempre più silenziose
nel ciabattare con gli anelli all’alluce.
Indossano il costume giallo
sopra la pelle incandescente e guerriera
che reclama un altro agosto
per pettinarsi i capelli e asciugarsi il collo,
per cercare un account
tra le dita febbrili e lascive



Spegni la luce

Spegni la luce, andiamo
nella stanza da gioco, dove fa più caldo
o di là, in cucina, dove si schiudono i sorrisi
dei primi giorni di aprile.
Quante volte si muore ogni giorno, specie di notte,
quando si cerca una mano tra le ombre,
nella culla di un sogno finito male
o nel fischiettio del vicino insonne
che ha la memoria lunga dei contadini
e raccoglie tutti i tramonti e le albe
innaffiando gli alberi da frutto.
Quante volte si sopravvive ad ogni morte,
ad ogni vapore mellifluo
se il cuore si stringe
per chi non c’è più da decenni
incoronato come il santo di una chiesa
che nessuno viene a trovare
neanche dopo la messa della domenica



Quel cortile, ricordi?

“Quel cortile, ricordi?”,
dolcissimo arrivo a piedi,
sosta del gran passare
fuori città, appena un po’
e ancora più in là, sull’erba,
dove si vedono i tir
che attraversano le stagioni
e non si fermano mai.
Tutto è rimasto docile,
ma tutto è bruciato.
L’aria continua a muovere
quel salice che non vediamo più:
l’asfalto brilla,
la pioggia si asciuga
nella levità di aprile,
nel vento grigio
che non dispone le cose,
che le scompiglia nell’umida sera


ROLLI Paolo Antonio (1687 - 1765)

  Paolo Antonio Rolli  (Roma, 13 giugno 1687 – Todi, 20 marzo 1765) è stato un poeta, librettista e letterato italiano. Nacque a Roma dall...